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Tragedia a Orio al Serio: lo steward Andrea Russo muore risucchiato dal motore di un aereo. Un collega, intuendo il pericolo, gli dice: “Chiudi gli occhi”



Un drammatico incidente ha scosso l’aeroporto di Orio al Serio lo scorso 8 luglio, quando il 35enne Andrea Russo ha perso la vita, risucchiato dal motore di un aereo. L’episodio, che ha coinvolto un Airbus A319 della compagnia Volotea, ha lasciato sotto shock testimoni e personale presente sul posto.



Secondo le ricostruzioni, al momento del tragico evento sull’aereo si trovavano due steward. Uno di loro, intuendo l’imminente pericolo, avrebbe detto al collega più giovane: “Chiudi gli occhi”. Tuttavia, non è stato possibile evitare l’incidente, che ha avuto un impatto devastante soprattutto su chi era presente sul luogo.

Immediatamente dopo l’accaduto, sono intervenuti i vigili del fuoco, le forze dell’ordine e gli operatori sanitari del 118. Sul posto sono giunti anche 12 psicologi della Sipem Sos, la Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza, per offrire supporto psicologico a chi aveva assistito alla tragedia. “Alcune persone non avevano grossi problemi, ma altre erano profondamente traumatizzate”, ha dichiarato Roberta Brivio, presidentessa della Sipem, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. “Il giovane di 23 anni che aveva assistito alla scena era molto scosso e continuava a rivivere mentalmente l’accaduto”, ha aggiunto.

Per aiutare lo steward più giovane a elaborare il trauma, è stato affidato a un collega con cui instaurare un rapporto diretto e di supporto. Inoltre, i professionisti della Sipem hanno continuato a monitorare la sua situazione contattandolo regolarmente anche dopo l’incidente. “Se queste immagini continuano a riaffiorare o se si hanno incubi, è importante sapere che non si sta impazzendo; è una reazione normale. Tuttavia, se i sintomi persistono per più di due mesi, è necessario avviare una terapia”, ha spiegato Roberta Brivio.

Un altro operatore presente sul luogo ha raccontato di aver coperto il corpo di Andrea Russo per evitare che passeggeri e testimoni fotografassero la scena. “Non riesco a togliermi dal naso l’odore di morte”, ha confidato.

La dinamica dell’incidente è ancora oggetto di indagine. Secondo quanto emerso finora, Andrea Russo sarebbe arrivato in aeroporto a bordo di una Fiat 500 rossa, percorrendo una strada in contromano. L’auto è stata trovata vicino all’area dei bus in transito e descritta dagli inquirenti come “molto disordinata, piena di mozziconi di sigaretta”. Tuttavia, non sono stati rilevati elementi significativi che potessero far presagire quanto accaduto successivamente.

Dopo aver parcheggiato l’auto, Russo si sarebbe diretto verso l’area dedicata agli arrivi dell’aeroporto. Una volta lì, avrebbe atteso l’apertura delle porte automatiche per accedere all’area riservata. Le indagini proseguono per chiarire come sia stato possibile che l’uomo abbia raggiunto la pista di atterraggio senza essere fermato.

L’incidente ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dell’aeroporto e sulle procedure di controllo degli accessi. Un video amatoriale diffuso online mostra Andrea Russo correre verso il motore dell’aereo senza che nessuno tenti di bloccarlo. Le autorità aeroportuali stanno collaborando con le forze dell’ordine per analizzare eventuali falle nei sistemi di sicurezza.

Nel frattempo, l’impatto emotivo della tragedia continua a farsi sentire tra i colleghi e i testimoni. Gli esperti consigliano di affrontare il trauma senza ricorrere ad alcol o farmaci e di mantenere una routine quotidiana regolare. Inoltre, è importante comunicare con i familiari, spiegando l’accaduto con parole adeguate soprattutto ai bambini. “Per i più piccoli è peggio percepire che qualcosa non va senza capire il motivo”, ha sottolineato la presidentessa della Sipem.



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