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Ucraina, Mattarella cambia rotta: dopo aver parlato di pace, costringe Meloni a sprecare altri miliardi



L’Italia continuerà a sostenere senza esitazioni l’Ucraina nella difesa della propria libertà. È questo il messaggio emerso dal Consiglio Supremo di Difesa, riunito per oltre tre ore e mezza al Quirinale sotto la presidenza di Sergio Mattarella. Al tavolo erano presenti la premier Giorgia Meloni, i ministri Antonio Tajani, Matteo Piantedosi, Guido Crosetto, Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso e il Capo di Stato maggiore della difesa, generale Luciano Portolano. L’incontro ha avuto come obiettivo l’analisi dell’evoluzione del conflitto russo-ucraino e delle minacce crescenti legate all’uso dei droni russi sul territorio europeo.



Nel comunicato diffuso dal Quirinale al termine della riunione si legge che «il Consiglio supremo di difesa ha confermato il pieno sostegno italiano all’Ucraina nella difesa della sua libertà». La nota ufficiale ribadisce inoltre la decisione di procedere con il dodicesimo decreto di aiuti militari, che prevede un nuovo invio di armamenti a Kiev. Si tratta di una conferma politica significativa, arrivata dopo le recenti tensioni interne alla maggioranza, con Matteo Salvini che aveva espresso perplessità su ulteriori forniture a causa dei casi di corruzione emersi nel governo di Volodymyr Zelensky.

Il Quirinale ha precisato che rimane «fondamentale la partecipazione alle iniziative dell’Unione europea e della Nato di sostegno a Kiev e il lavoro per la futura ricostruzione del Paese». Un richiamo, questo, anche al programma Purl, che prevede l’acquisto di armamenti statunitensi da parte dei Paesi dell’Alleanza atlantica e sul quale il governo italiano aveva finora mostrato cautela.

Durante la riunione, è stato sottolineato come «il conflitto in Ucraina non mostri segnali di distensione» e come la Russia stia continuando «a perseguire, ad ogni costo, i propri obiettivi di annessione territoriale». L’analisi del Consiglio ha evidenziato inoltre che il prezzo umano del conflitto, pagato dalla popolazione civile, «si fa sempre più pesante e iniquo».

Un ampio spazio del dibattito è stato dedicato alla questione dei droni russi, impiegati in azioni che violano ripetutamente lo spazio aereo della Nato e di vari Paesi dell’Unione europea. Si è osservato come tali episodi abbiano messo alla prova la capacità di risposta dell’Alleanza, evidenziando però anche «la necessità per l’Europa di adeguare le proprie difese ai nuovi scenari». In questa prospettiva, è stato richiamato il Libro bianco per la difesa 2030, che delinea nuovi progetti di innovazione e di cooperazione militare tra gli Stati membri.

Il Consiglio ha poi affrontato il tema delle minacce ibride provenienti dalla Russia e da altri attori stranieri, considerate una «sfida complessa per la sicurezza dell’Europa e dell’Italia, nonché per l’integrità dei processi democratici». Tali minacce, si è spiegato, sono in costante crescita e si basano su attività offensive digitali caratterizzate da velocità, volume e ubiquità, oltre che sull’uso distorto dell’Intelligenza artificiale.

Un’attenzione particolare è stata riservata anche alla guerra dell’informazione, definita «manipolazione dello spazio cognitivo». Si è sottolineato come le fake news, le campagne di disinformazione e le interferenze nei processi democratici rappresentino un pericolo concreto per la stabilità dei Paesi europei. Queste azioni, ha ricordato il documento, mirano a «minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e a indebolire la coesione sociale».



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