Un attentato suicida ha colpito una chiesa a Damasco, in Siria, durante la celebrazione della messa, provocando almeno 15 vittime e oltre 50 feriti. Secondo le autorità locali, l’attacco sarebbe stato compiuto da un militante affiliato all’Isis.
Un uomo si è introdotto nella chiesa di Sant’Elia, situata nel quartiere Douweila della capitale siriana, e ha fatto esplodere un ordigno che portava con sé. Prima di attivare l’esplosivo, l’aggressore avrebbe aperto il fuoco contro i presenti, aumentando il bilancio delle vittime. La notizia è stata confermata dal Ministero degli Interni siriano, che ha diffuso un comunicato in cui afferma: “Un militante appartenente all’organizzazione terroristica dell’Isis ha fatto irruzione nella chiesa di Sant’Elia nel quartiere di Duweila a Damasco e ha aperto prima il fuoco per poi attivare l’ordigno esplosivo che aveva addosso”.
L’attacco ha scosso profondamente la comunità locale, con immagini che mostrano i banchi della chiesa distrutti e coperti di detriti, sangue e oggetti personali abbandonati nel caos. I soccorritori e le forze di sicurezza si sono precipitati sul luogo per assistere i feriti e mettere in sicurezza l’area. Video diffusi sui social media mostrano scene di panico, con sopravvissuti che gridano disperati tra le macerie.
Un testimone oculare ha raccontato all’Associated Press di aver visto l’attentatore entrare nella chiesa accompagnato da altre due persone, che sarebbero poi fuggite subito dopo l’esplosione. Questa testimonianza coincide con le informazioni raccolte dalle autorità. L’agenzia di stampa siriana Sana ha confermato che l’attacco è avvenuto durante una funzione religiosa molto frequentata.
Il ministro dell’Informazione siriano, Hamzah Almustafa, ha condannato fermamente l’attentato definendolo un atto vile: “Questo atto vile va contro i valori civici che ci uniscono”. Ha inoltre ribadito l’impegno dello Stato nel contrastare le organizzazioni terroristiche e proteggere la società: “Confermiamo l’impegno dello Stato a impegnarsi al massimo per combattere le organizzazioni criminali e proteggere la società da tutti gli attacchi che ne minacciano la sicurezza”.
L’attentato rappresenta uno dei più gravi episodi di violenza avvenuti in Siria negli ultimi anni. Dopo un periodo relativamente tranquillo, il Paese è tornato a essere teatro di attacchi terroristici che minacciano la stabilità e la sicurezza della popolazione. Questo evento arriva in un momento delicato per il governo siriano, che sta cercando di rafforzare i rapporti con le minoranze religiose presenti nel Paese.
Le autorità hanno avviato un’indagine per identificare eventuali complici e prevenire futuri attacchi. Il sospetto che l’attentatore fosse legato all’Isis è stato confermato dal Ministero degli Interni, ma finora nessun gruppo ha rivendicato ufficialmente la responsabilità dell’attacco.
La comunità internazionale ha espresso solidarietà al popolo siriano. Tuttavia, l’attacco sottolinea ancora una volta la fragilità della situazione in Siria, dove il conflitto interno e la minaccia del terrorismo continuano a rappresentare una sfida per il governo e per la popolazione.
Le immagini provenienti dalla chiesa di Sant’Elia mostrano chiaramente l’entità della devastazione. I banchi distrutti, i frammenti di vetro sparsi ovunque e le macchie di sangue sui pavimenti raccontano una tragedia che ha colpito profondamente non solo i fedeli presenti ma anche l’intera città di Damasco.
Questo attentato rappresenta un duro colpo per la comunità cristiana locale, già provata da anni di conflitto e persecuzioni. La chiesa di Sant’Elia è uno dei luoghi simbolo per i cristiani della capitale siriana ed era considerata un luogo sicuro per la preghiera e la celebrazione delle funzioni religiose.
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