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Un farmaco per il travaglio si rivela promettente contro Alzheimer e Parkinson: ripristina il sistema di pulizia cerebrale nei test sui topi, aprendo nuove prospettive terapeutiche



Un farmaco comunemente utilizzato per facilitare il travaglio potrebbe diventare una risorsa chiave nella lotta contro malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson. La prostaglandina F2α (PGF), un principio attivo che favorisce la contrazione della muscolatura liscia durante il parto, ha dimostrato nei test di laboratorio di poter ripristinare l’efficienza del sistema glinfatico, il meccanismo naturale di “pulizia” del cervello. Questo sistema, scoperto solo nel 2012, è responsabile dell’eliminazione delle scorie tossiche dal liquido cerebrospinale, il cui accumulo è collegato a patologie neurodegenerative.



Un team di ricercatori americani, guidato dal professor Douglas Kelley del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Rochester, ha condotto esperimenti su modelli murini anziani per verificare gli effetti della prostaglandina F2α sul sistema glinfatico. Gli studi hanno rivelato che, con l’età, il sistema di drenaggio del liquido cerebrospinale perde progressivamente efficienza, rallentando del 63% rispetto ai topi giovani. Questo deterioramento favorisce l’accumulo di sostanze tossiche, come le proteine beta-amiloide e tau, associate alla malattia di Alzheimer, e l’alfa-sinucleina, legata al Parkinson.

Il liquido cerebrospinale, noto anche come liquido cefalorachidiano, è essenziale per il benessere del sistema nervoso centrale. Tra le sue funzioni principali vi sono il trasporto di nutrienti, la protezione del cervello e l’eliminazione delle proteine in eccesso prodotte dai neuroni. Tuttavia, con l’invecchiamento, i vasi linfatici cervicali, che svolgono un ruolo cruciale nel drenaggio di questo liquido, perdono elasticità e funzionalità, compromettendo l’intero sistema glinfatico.

Per affrontare questo problema, il team di Douglas Kelley ha somministrato la prostaglandina F2α direttamente nel collo dei topi anziani, dove si trovano i principali snodi del sistema glinfatico. Questo farmaco, un lipide derivato dall’acido arachidonico, è già ampiamente utilizzato in ambito ostetrico per stimolare le contrazioni uterine durante il parto o per prevenire emorragie post-partum. Nei test, il trattamento ha dimostrato di ripristinare la piena efficienza dei vasi linfatici, riportandoli a una condizione paragonabile a quella giovanile. Di conseguenza, il sistema glinfatico ha ripreso a funzionare correttamente, favorendo l’eliminazione delle scorie tossiche dal cervello.

Questa ricerca dimostra che il ripristino della funzionalità dei vasi linfatici cervicali può sostanzialmente evitare la rimozione più lenta dei rifiuti dal cervello associata all’età”, ha spiegato il professor Kelley in un comunicato stampa dell’Università di Rochester. La scoperta apre la strada a nuove possibilità terapeutiche contro le malattie neurodegenerative, considerando che la prostaglandina F2α è un farmaco già approvato e ampiamente utilizzato, con un profilo di sicurezza ben noto. Tuttavia, sarà necessario condurre ulteriori studi clinici per confermare l’efficacia del trattamento negli esseri umani.

Il deterioramento del sistema glinfatico è stato identificato come uno dei fattori che contribuiscono al declino cognitivo legato all’età. La scoperta di questo meccanismo, avvenuta nel 2012 grazie al lavoro del professor Maiken Nedergaard, coautore dello studio, ha rivoluzionato la comprensione delle dinamiche cerebrali. Il sistema glinfatico utilizza i vasi linfatici per drenare il liquido cerebrospinale e rimuovere le proteine tossiche prodotte dai neuroni. Quando questo processo rallenta, le scorie si accumulano, favorendo l’insorgenza di patologie neurologiche.

Un recente studio cinese pubblicato sul The New England Journal of Medicine ha evidenziato che il biomarcatore beta-amiloide 42, associato all’Alzheimer, può essere rilevato nel liquido cerebrospinale fino a 18 anni prima della comparsa dei sintomi clinici. Questo dato sottolinea l’importanza di mantenere efficiente il sistema glinfatico per prevenire o rallentare l’insorgenza della malattia. La prostaglandina F2α potrebbe rappresentare una soluzione pratica e immediata, considerando che si tratta di un farmaco già disponibile sul mercato.



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