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Una cena fatale con funghi selvatici: suoceri avvelenati per un tragico errore, “Li ho scelti per il loro sapore unico”



Erin Patterson, una donna di 50 anni, è attualmente sotto processo in Australia per triplice omicidio e tentato omicidio, in seguito alla morte dei suoi ex suoceri e della zia del suo ex marito, avvenuta dopo un pasto avvelenato. Durante le udienze, Patterson ha sostenuto che l’incidente fosse frutto di un errore, spiegando di aver raccolto funghi selvatici per il loro sapore, ma di non essere stata a conoscenza della loro tossicità.



Nel luglio 2023, Patterson ha invitato a cena i suoi ex suoceri e la zia del suo ex marito, servendo un pasto che includeva funghi. Da allora, ha cambiato più volte versione riguardo alla preparazione del cibo, mantenendo però la sua innocenza. In aula, ha affermato di essere un’appassionata di funghi e di aver iniziato a raccoglierli durante la pandemia di Covid-19. Ha spiegato che la sua preferenza per i funghi selvatici era dovuta al loro sapore superiore, ma ha anche ammesso di aver raccolto funghi in vari luoghi, tra cui giardini botanici e piste ciclabili, senza mai avere problemi in precedenza.

Patterson ha dichiarato in tribunale: “Ho raccolto soprattutto funghi di campo”, aggiungendo che spesso andava a cercarli con i suoi due figli. Ha sottolineato che i funghi che aveva raccolto avevano un buon sapore e che non si era mai sentita male dopo averli consumati. Per questo motivo, aveva persino acquistato un essiccatore per conservarli.

Tuttavia, riguardo al pasto fatale, Patterson ha ribadito di aver utilizzato funghi acquistati in un supermercato e in un piccolo negozio asiatico. Ha ammesso di non ricordare “l’acquisto specifico” dei funghi, ma ha riconosciuto di aver utilizzato gli stessi contenitori in cui metteva i funghi selvatici, il che avrebbe potuto portare a una contaminazione.

Nel corso del secondo giorno di testimonianza, Patterson ha dovuto affrontare domande riguardo a una precedente affermazione, in cui aveva detto ai familiari di avere una diagnosi di cancro per convincerli ad accettare il suo invito. Ha successivamente confermato di non aver mai ricevuto tale diagnosi, spiegando che il suo intento era semplicemente quello di chiedere aiuto agli ex suoceri per mediare con il suo ex marito su questioni economiche, poiché si fidava di loro.

La testimonianza di Erin Patterson ha suscitato un ampio dibattito in aula, con la giuria che ha ascoltato attentamente le sue spiegazioni. Nonostante le sue affermazioni di innocenza e la descrizione del pasto come un gesto di ospitalità, i dettagli emersi nel corso del processo hanno portato a interrogativi sulla verità delle sue dichiarazioni. La giuria dovrà ora valutare se le sue azioni siano state realmente frutto di un tragico errore o se ci sia stata una volontà di causare danno.

Le morti dei suoi ex suoceri e della zia del suo ex marito hanno colpito profondamente la comunità locale, sollevando interrogativi sul tema della sicurezza alimentare e sull’importanza di riconoscere i funghi velenosi. L’incidente ha anche messo in luce i rischi associati alla raccolta di funghi selvatici, un’attività che, sebbene possa essere gratificante, comporta anche pericoli significativi.

Il processo di Erin Patterson continua, con la giuria che si prepara a deliberare sulla sua colpevolezza o innocenza. La situazione rimane tesa, poiché le famiglie delle vittime cercano giustizia per le perdite subite. La corte dovrà ora decidere se le prove presentate siano sufficienti per condannare Patterson per i reati di cui è accusata, o se la sua versione dei fatti possa essere accettata come veritiera. La comunità attende con ansia il verdetto, che avrà un impatto duraturo su tutti i coinvolti.



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