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Radhika Yadav, la tennista uccisa dal padre mentre cucinava: “Le ho sparato tre volte alle spalle”



Un tragico episodio ha scosso Gurugram, una città nei pressi di Nuova Delhi, dove Radhika Yadav, una giovane tennista di 25 anni, è stata uccisa dal padre, Deepak Yadav, mentre si trovava in cucina. L’omicidio è avvenuto in un contesto familiare, quando l’uomo ha sparato tre colpi di pistola alla figlia, colpendola alla schiena e al collo. Nonostante il trasporto immediato all’ospedale, Radhika è arrivata già priva di vita.



Secondo le informazioni fornite dalle autorità, l’omicidio è stato premeditato e scaturito da un forte stress psicologico che Deepak aveva accumulato a causa delle continue prese in giro ricevute dalla comunità. L’uomo, 49 anni, ha rivelato di sentirsi umiliato per il fatto di vivere grazie ai guadagni della figlia, che aveva ottenuto riconoscimenti nel tennis prima di un infortunio che l’aveva costretta a ritirarsi dal circuito agonistico.

La testimonianza dello zio di Radhika, Kuldeep Yadav, ha fornito dettagli inquietanti sulla scena del crimine. “Oggi ero a casa mia quando verso le 10:30 ho sentito improvvisamente un forte botto,” ha raccontato. “Quando sono salito al primo piano, ho trovato mia nipote accasciata sanguinante in cucina e una pistola in salotto.” Dopo aver constatato la gravità della situazione, lui e suo figlio Piyush hanno trasportato Radhika in auto all’ospedale di Gurugram, dove i medici hanno dichiarato il suo decesso.

Radhika Yadav era una tennista di talento, con una carriera che l’aveva vista competere in vari tornei del circuito ITF fino all’anno scorso, prima di un infortunio alla spalla che l’aveva costretta a interrompere la sua attività agonistica. Dopo il ritiro, aveva aperto una propria accademia di tennis, dove insegnava ai bambini. Tuttavia, il suo sogno di diventare una campionessa non si era realizzato, e la sua carriera sportiva era stata segnata da difficoltà.

Il padre, Deepak, ha confessato l’omicidio durante l’interrogatorio, spiegando le motivazioni alla base del suo gesto. “Quando andavo al villaggio di Wazirabad a prendere il latte, la gente mi prendeva in giro, dicendomi che vivevo con i guadagni di mia figlia,” ha detto. “Questa situazione continuava a tormentarmi perché feriva la mia dignità. Ero molto turbato e stressato. A causa di questa tensione, ho tirato fuori la mia pistola e, mentre mia figlia stava cucinando, le ho sparato tre colpi da dietro.”

Le indagini hanno rivelato che la pistola utilizzata nell’omicidio era un’arma calibro 32 legalmente registrata a nome di Deepak. L’uomo è stato arrestato e formalmente accusato di omicidio volontario. Fonti vicine al caso hanno suggerito che Deepak avesse sviluppato “profonde insicurezze” a causa delle continue derisioni, nonostante la famiglia non sembrasse avere problemi finanziari significativi. In passato, Deepak aveva posseduto un negozio di ricambi auto, ma lo aveva chiuso, e ora riceveva un reddito da locazione.

La notizia dell’omicidio ha suscitato shock e incredulità tra i conoscenti di Radhika. Un vicino ha dichiarato: “Siamo profondamente scioccati. Radhika era una ragazza educata, umile e laboriosa, che rispettava gli anziani e allenava aspiranti giocatrici.” La comunità ha espresso il proprio dolore per la perdita di una giovane promessa dello sport, la cui vita è stata spezzata in un modo così violento e inaspettato.

Classificata al 1999° posto dalla Federazione Internazionale Tennis, Radhika Yadav aveva partecipato a tornei in Malesia e in India, ma la sua carriera era stata ostacolata da infortuni e difficoltà. La sua morte rappresenta un tragico epilogo per una giovane che aveva dedicato la sua vita allo sport e all’insegnamento.

Le autorità continuano a indagare sull’accaduto, mentre la famiglia e la comunità si trovano a dover affrontare il dolore di una perdita incolmabile. La vicenda di Radhika solleva interrogativi non solo sulla violenza domestica, ma anche sui problemi di salute mentale che possono portare a tragedie come questa. La speranza è che la sua storia possa sensibilizzare su temi cruciali e contribuire a prevenire future violenze.



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