L’appello delle madri di bimbi immunodepressi a Salvini e Di Maio



«Onorevole Salvini, le chiedo di mettersi una mano sul cuore. Cuore di uomo politico e di padre». È quanto dice in un video apparso su Youtube l’alessandrina Roberta Amatelli, prima firmataria della petizione «Difendiamo tutti i bambini – sì ai vaccini per andare a scuola». . «L’obiettivo – viene spiegato – è evitare la proroga del periodo di transizione per un ulteriore intero anno scolastico, che permetterebbe l’accesso alle scuole dell’infanzia di bambini non ancora protetti da malattie infettive potenzialmente pericolose».



https://www.youtube.com/watch?v=Hh2ImuJutK8

Lunedì ritornerà a suonare la campanella e tutti pronti a ritornare sui banchi di scuola. Nel frattempo, continua senza sosta la battaglia intrapresa dai genitori dei bambini immunodepressi del Piemonte. Le mamma di Viola, Anastasia, Anna, Ginevra, Davide chiedono che i loro figli possano iniziare la scuola senza preoccupazioni. Sono loro che partendo dall’associazione IoVaccino fondata 3 anni fa da Alice Pignatti hanno lanciato una petizione che ha raggiunto in poche settimane oltre 290 mila adesioni. «Le chiedo di ascoltarci con il cuore di padre» è l’appello lanciato sui social e su YouTube da Roberta Amatelli portavoce della petizione, e rivolto ai vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Sono mamme combattive. Vogliono un futuro tranquillo per i loro figli. Niente di speciale o anomalo, ma solo che i loro bambini possano frequentare la scuola come tutti gli altri.

Venerdì 7 settembre durante una conferenza stampa a Montecitorio hanno consegnato ai parlamentari le oltre 290 mila firme della petizione. Chiedono a gran voce di non depotenziare la legge sull’obbligo vaccinale, attualmente in vigore. Il videomessaggio preparato dalle mamme di bambini trapiantati di fegato è rivolto ai leader politici delle forze di governo. L’obiettivo è evitare la proroga del periodo di transizione per un ulteriore anno scolastico, che permetterebbe l’accesso alle scuole dell’infanzia di bambini non ancora protetti da malattie infettive potenzialmente pericolose. Lara Redditi, madre di una bambina trapiantata di fegato, spiega: «Gli unici ai quali sarà di fatto impedito di andare a scuola, a causa delle mancate garanzie, saranno i bambini immunodepressi». «Le chiedo (rivolgendosi al ministro Salvini ndr) di mettersi una mano sul cuore, noi genitori di questi bambini speciali siamo stanchi per questa situazione di incertezza e vogliamo che sia fatta chiarezza. Non fateci sentire soli, ma ascoltate la voce anche dei nostri bambini» dicono le mamme nel video messaggio. La vita delle persone immunodepresse, come Davide, Viola, Anastasia, Anna, Ginevra e gli altri bambini di cui si parla nella petizione, è già travagliata quotidianamente. L’associazione di promozione sociale IoVaccino, affiancata da quasi 300.000 cittadini, non accetta che la scuola possa diventare un ‘ostacolo’ quando dovrebbe essere solo un’opportunità.

Classi “vax” per bambini a rischio la rivolta dei presidi: sarà il caos

Dovranno frequentare classi speciali, i bambini immunodepressi che non possono sottoporsi al vaccino: a loro verranno riservate, infatti, le aule in cui ci sono solo bambini vaccinati. Lo ha annunciato la ministra alla salute Giulia Grillo gettando così nel caos gli istituti: «Sarà complicato creare le classi e soprattutto sarà impossibile – tuonano i dirigenti scolastici – garantire ai bambini più fragili di non restare contagiati».
Un emendamento al decreto Milleproroghe, approvato in Senato, fa esplodere l’ennesima bagarre sulla questione vaccini che infuoca gli animi e, come sempre, finisce per stritolare la scuola e chi, nelle aule, deve pensare ad organizzare le giornate degli studenti per portare avanti la didattica. Secondo quanto previsto dall’emendamento, infatti, verrà prorogata di un anno l’esclusione dalle scuole materne dei bambini senza vaccino. Vale a dire che per l’anno scolastico 2018-2019 saranno tutti accettati in classe, anche senza essersi sottoposti ai dieci vaccini previsti dalla legge Lorenzin. Ma allora che cosa ne sarà dei bambini immunodepressi?

ANNUNCIO VIA FACEBOOK

Per salvaguardare la salute di tutti quei bambini che non possono vaccinarsi per motivi di salute, come ad esempio i piccoli trapiantati, la ministra Grillo ha spiegato in un lungo post sul suo profilo Facebook che a loro verrà garantita «un’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale». Se gli im- munodepressi frequenteranno classi speciali, con copertura vaccinale totale, i non vaccinati saranno iscritti in classi dove non ci sono bambini a rischio. Una divisione netta ma non così semplice da attuare. Ne sanno qualcosa infatti le segreterie scolastiche che ogni anno, al momento di compilare l’elenco dei bambini dividendoli nelle varie sezioni, si ritrovano a fare i conti, nel senso letterale del termine, con le singole esigenze: tra chi ha bisogno del tempo pieno, chi preferisce mangiare a casa e chi opta per uno o due rientri settimanali, c’è poi chi non può stare nella stessa classe del fratellino più grande, visto che nella scuola materna spesso le classi sono miste, e lo stesso discorso vale per i fratelli gemelli per i quali è consigliato scegliere aule differenti e chi, invece, chiede proprio la stessa sezione del fratello più grande, ex alunno giunto ormai alle elementari.

Le necessità dei bambini di cui tener conto sono infinite, a queste ora se ne aggiunge un’altra, la più importante probabilmente visto che va a salvaguardare la salute dei bambini immunodepressi, più delicati degli altri: la necessità di frequentare una classe di vaccinati o, al contrario, una di non vaccinati in base alle decisioni prese da mamma e papà. «Si tratta di una complicazione per le scuole – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – i dirigenti scolastici sono felici di non dover più prendere personalmente i provvedimenti per escludere i bambini da scuola ma questa novità sarà difficile da introdurre: penso ad esempio a quelle scuole materne in cui non ci sono abbastanza classi per dividere vaccinati e non vaccinati. Sarà inoltre impossibile escludere eventuali contatti tra immunode- pressi e non vaccinati: come si possono mantenere le distanze in palestra, in giardino o a mensa, nei bagni, nel teatro della scuola, in gita o semplicemente nel corridoio nel momento della ricreazione, quando si entra a scuola o quando si esce? Sarà difficile affrontare il tema della sicurezza, a meno che non parliamo di segregazione dei bambini. Le scuole infatti sono il posto migliore per diffondere il contagio: spesso si tratta di ambienti caldi, con finestre chiuse e frequentati da oltre venti persone fino a 8 ore al giorno. Basta pensare infatti a quel che succede con un semplice raffreddore o con i pidocchi: la diffusione è immediata».
Se un bimbo immunodepresso viene contagiato da un virus pericoloso per lui, ne risponderanno i presidi? «Applicheremo la norma creando le classi con questo nuovo criterio ma non ci metteremo al riparo da eventuali problemi. Faremo il massimo per salvaguardare la salute degli studenti ma non spetta certo ai dirigenti scolastici contrastare i contagi».



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