Yogurt ritirato perchè contiene plastica nei vasetti: Marca e lotti



E’ e di nuovo tempo di richiami alimentari da parte del Ministero della Salute dopo quello lanciato nelle scorse settimane per una serie di Lotti prodotti dalla rinomata Granarolo, i quali sarebbero stati ritirati dal mercato della produzione. Purtroppo nelle scorse ore si è arrivato un nuovo allarme da parte del Ministero della Salute e questa volta sotto la lente di ingrandimento Ci sarebbe uno yogurt venduto dalla catena di produzione Eurospin, ovvero uno dei discount che vendono davvero tanti tipi e generi alimentari a prezzi ridotti e per questo motivo uno dei più frequentati in Italia. Secondo quanto emerso, sembra che questo richiamo alimentare da parte del ministero della salute riguardi Comunque dei contenitori di yogurt intero con confetti di cioccolato in confezioni da 120 grammi al gusto di banana e gusto fragola.



La notizia è stata pubblicata sul portale ufficiale del dicastero e alla voce relativa al motivo della segnalazione e si legge “Rischio migrazione dei materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti”. Si tratta di una misura precauzionale cautelativa per la possibile presenza di frammenti di plastica dura staccatasi dal contenitore dell’alimento. Il richiamo ha come oggetto lo yogurt nell’unità da 120 g e con tutte le date di scadenza prodotto da latte montagna Alto Adige Soc. Agr. COOP via Innstbruck n 43, 39100 Bolzano confezionato per Eurospin Italia Spa con marchio “Pascoli Italiani”. Dunque, Come avete capito l’azienda produttrice dello yogurt è Pascoli italiani e i suoi prodotti sono a quanto pare molto apprezzati dai consumatori abituali di Eurospin e confezionati attenendosi alla tradizione con ingredienti genuini e sani.

Più nello specifico il richiamo riguarda gli yogurt al gusto banana e fragola con copertura di cioccolato contenute in barattoli da 120 grammi, dove all’interno molto probabilmente sono presenti frammenti di plastica, i quali sarebbero finiti nei vasetti per via dei contenitori prodotti con alcuni difetti di fabbrica. La stessa azienda ha informato i propri clienti a non mangiare l’alimento e ma di riportarlo nel punto vendita Dove è stato acquistato per ottenere il rimborso. Al momento pare non siano stati forniti ulteriori particolari perché sono stati richiamati tutti i vasetti indipendentemente dalla data di scadenza distribuiti dall’azienda Pascoli italiani sul territorio italiano.

Lo Yogurt non sarà più venduto almeno per il momento da Eurospin. Intervenuto nel corso della giornata di ieri Giovanni D’Agata presidente dello sportello dei diritti il quale ha ricordato che il provvedimento di richiamo riguarda tutti i Lotti in questione ed in caso di acquisto di restituire il prodotto presso il relativo esercizio che provvederà anche a rimborsare il prezzo. Il nome del produttore è il seguente: Latte Montagna Alto Adige Soc. Agr. Coop.La sede dello stabilimento, indicata sullo yogurt oggetto di richiamo è: Via Innsbruck, 43 39100 Bolzano (Italia).

Poco tempo fa anche le Brioche di NaturaSi erano state ritirate per plastica

Dopo il richiamo effettuato da parte del mistero su azione dello Sportello dei diritti riguardante diversi lotti di latte senza lattosio Accadì prodotto da Granarolo, adesso tocca proprio ad un altro prodotto. Nello specifico ad annunciare il ritiro di due Lotti di brioche a marchio ecor è stata NaturaSi per la possibile presenza di frammenti di plastica dura. Questo richiamo riguarda perlopiù le confezioni di brioche con farina integrale macinata a pietra 5 x 35 g Ecor,con data di scadenza 3 marzo 2018 e brioche all’albicocca con farina integrale macinata a pietra 5 X 45 g Ecor,  da consumarsi preferibilmente entro il 3 marzo 2018. Le brioche Sono entrambe prodotte per Ecornaturasì Spa da Fraccaro Spumadoro Spa di Castelfranco Veneto.

Nello specifico il richiamo riguarda le brioche all’albicocca con farina integrale macinata a pietra, in confezioni da 5 merendine da 45 grammi le quali riportano il termine di conservazione del 3 marzo 2018. L’azienda invita tutti gli acquirenti a controllare le scorte in casa e qualora abbiano le confezioni sopportate Sono pregati di non consumare il prodotto, ma di restituirlo al punto vendita dove sono state acquistate, che provvederà immediatamente a sostituirlo ed eventualmente chiarire ogni tipo di dubbio.

Giovanni D’Agata presidente dello sportello dei diritti intervenuto nella giornata di ieri ha dichiarato che non si esclude che il prodotto possa provocare un pericolo per la salute e dunque mettere in guardia la popolazione. “Chiediamo a tutti gli acquirenti di controllare le scorte in casa e di NON consumare il prodotto suddetto ma di restituirlo al proprio negoziante che provvederà a sostituirlo o rimborsarlo oltre che a chiarire eventuali dubbi”, scrive Naturasì.  In questi lotti di brioche, pare vi sia la possibilità di trovare frammenti di plastica dura che sono stati inglobati nelle confezioni durante il processo di produzione e proprio per questo motivo si è disposto l’immediato ritiro, invitando tutti coloro che non sono entrati in possesso a restituire la confezione presso il punto vendita Dove è stato effettuato un acquisto.

Sono state davvero tante le segnalazioni arrivate nell’ultimo anno riguardanti alimenti ritirati dal mercato a seguito di controlli qualità o addirittura Perché potrebbero essere potenzialmente pericolose per la presenza di alcune sostanze contenuti. Proprio per questa ragione è consigliabile controllare con frequenza i siti online che si pongono come obiettivo proprio la salute dei consumatori come lo Sportello dei diritti dedicato ai medicinali e ad altre anomalie riscontrate nei cibi. Ci sono stati circa 100 alimenti infetti e contaminati in Italia negli ultimi due mesi, due mesi e mezzo dal formaggio con muffe e pesticidi, a dei vini con il rame a pollo e pancetta con salmonella, all’acqua in bottiglia per arrivare poi al caso molto grave ed eclatante delle uova con Fipronil.

La sicurezza alimentare. L’interesse generale per la salute pubblica ha indotto la commissione europea ed il ministero della salute a emanare norme per garantire elevati standard di sicurezza alimentare, mediante: i controlli integrati nella filiera produttiva, i piani di autocontrollo, il sistema H. A. C. C. P. la traccia abilità per lasciare traccia di ogni passaggio e informare i consumatori, e la rintracciabili da del prodotto.

I controlli integrati nella filiera

In base al regolamento dell’unione europea numero 882 del 2004, ciascuno Stato membro elabora un piano di controllo nazionale pluriennale di integrato riguardante le filiere produttive, è basato sul coordinamento tra le azioni dei vari enti responsabili. I controlli sono finalizzati all’accertamento di conformità o meno alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali.

Il sistema HACCP

Queste norme impongono all’imprenditore di adottare un piano di autocontrollo che riguarda: la progettazione e la pulizia dei locali la manutenzione delle attrezzature e dei macchinari, la preparazione la conservazione dei prodotti alimentari, l’igiene del personale che lo smaltimento dei rifiuti. Sono tenuti a dotarsi di un piano di autocontrollo tutti gli operatori della ristorazione e gli esercizi commerciali che trattano alimenti comprese le farmacie.

La tracciabilità

La tracciabilità dei prodotti alimentari è un insieme di norme che obblighi diversi operatori ad assicurare una corretta e trasparente informazione al consumatore e alle autorità competenti mediante indicazione sulla confezione o l’etichetta del prodotto.

La rintracciabili tra due prodotti

La rintracciabilità è la capacità di ricostruire il processo produttivo di un alimento a ritroso, da valle a monte. Consiste nell’utilizzare le impronte ovvero la documentazione raccolta dei vari operatori coinvolti nel processo di produzione per controllare varie situazioni di pericolo di intervenire rapidamente.

I regolamenti comunitari in materia di sicurezza alimentare scaturiscono tutti da un principio fondamentale: evitare in tutti i modi che siano messi in commercio prodotti per l’alimentazione umana inadeguati o nocivi alla salute. Chi più di ogni altro deve garantire che siano messi in commercio solo alimenti non nocivi per i consumatori sono le imprese che operano nella produzione, distribuzione e vendita di prodotti alimentari.

Queste aziende sono tenute a monitorare tutte le fasi che vanno dalla materia prima alla cessione al consumatore, facendo in modo che gli alimenti rispondano alle disposizioni sulla sicurezza alimentare. Com’è emerso più volte in passato, il mero controllo del prodotto finito non è sufficiente a garantire la sicurezza degli alimenti, da un lato perché al momento in cui si concludono le analisi di laboratorio, di solito l’alimento è già stato consumato, e dall’altro perché è impossibile sottoporre tutti i prodotti circolanti a controlli preventivi. A queste considerazioni si aggiunge il fatto che le analisi di laboratorio sono quasi sempre più costose delle misure preventive che si possono adottare durante le fasi di lavorazione in un’azienda. Consapevoli di questi fattori, le autorità comunitarie hanno stabilito che le aziende che lavorano con alimenti (ad eccezione della produzione agricola primaria) sono tenute a eseguire dei controlli autonomi interni nelle fasi di lavorazione più importanti per la sicurezza degli alimenti, sui prodotti semilavorati e nell’ambiente lavorativo, in base alle regole internazionali dell’HACCP. Questo principio consente di: – prevenire sul nascere eventuali pericoli per la salute, – eliminare le fonti di pericolo esistenti con misure adeguate, – comunque ridurre il rischio per il consumatore a un livello ragionevolmente accettabile. Il responsabile aziendale, quindi, è tenuto a predisporre nella propria struttura produttiva un piano di HACCP adeguato col quale eliminare o tenere sotto controllo ogni eventuale punto critico per la sicurezza degli alimenti. Tale piano va aggiornato e adeguato in loco alla realtà specifica dell’azienda in questione.

Cos’è la microbiologia? La microbiologia è la scienza che studia esseri viventi piccolissimi non visibili ad occhio nudo. Questi esseri viventi si trovano ovunque in natura: nell’uomo, negli animali, nell’aria, nell’acqua, sugli alimenti, ecc.. Alcuni di questi microorganismi, se vengono in contatto con l’uomo possono provocare malattie di varia gravità. 3.2 Quali sono i principali microorganismi? La maggior parte dei microorganismi si divide in una delle seguenti quattro categorie:

– LIEVITI E MUFFE: di norma questi microorganismi non provocano malattie, ma sono responsabili dell’alterazione degli alimenti causando la comparsa di cattivi odori e sapori. In alcuni casi possono essere aggiunti intenzionalmente agli alimenti (p.es. formaggi) per ottenere dei sapori particolari.

– BATTERI: sono i principali responsabili delle malattie trasmesse dagli alimenti. Possono usare gli alimenti come fonte di energia, ma per sopravvivere e moltiplicarsi hanno bisogno di un ambiente idoneo che può essere differente da specie a specie; per ambiente si intende la temperatura, la quantità d’acqua disponibile, la presenza o meno di ossigeno, l’acidità e la presenza di sostanze nutritive. – VIRUS: non crescono e non si sviluppano sugli alimenti, ma gli alimenti possono essere utilizzati per trasferire i virus da persona a persona (norovirus, sapovirus, rotavirus, adenovirus, virus dell’epatite A, virus dell’epatite B). Virus associati agli alimenti possono essere contagiosi, anche una dose minima basta per contagiare una persona. I virus vengono eliminati con una semplice cottura. 3.3 Come fanno i microorganismi a trasmettere malattie attraverso gli alimenti?

– INFEZIONE: Per alcune specie di microorganismi è sufficiente che il virus o il batterio sia presente nell’alimento. Attraverso il cibo essi penetrano nel corpo umano e provocano la malattia. Per ammalarsi nella maggior parte dei casi non basta ingerire un singolo microorganismo, ma un numero minimo (dose infettante) che varia da specie a specie.

– INTOSSICAZIONE: Alcune specie di microorganismi, se riescono a vivere all’interno di un alimento per un tempo sufficiente e in condizioni favorevoli, possono produrre delle sostanze dannose chiamate tossine che se ingerite possono provocare malattie e che possono resistere a temperature di cottura anche molto elevate.ì

Come si manifestano le malattie causate da microorganismi e trasmesse attraverso gli alimenti? Di solito il tempo che passa dal consumo dell’alimento alla comparsa della malattia è abbastanza breve e va da 2 a 36 ore, solo in casi particolari si può arrivare ai 3 giorni. I sintomi principali sono vomito, diarrea, nausea, dolori addominali e febbre. 3.5 Come prevenire queste malattie? Abbiamo già detto che i microorganismi per sopravvivere, ed eventualmente produrre tossine, hanno bisogno di un ambiente adatto. Vedremo ora quali sono le caratteristiche ambientali che, se tenute sotto controllo, contribuiscono a conservare gli alimenti.

BASSE TEMPERATURE La REFRIGERAZIONE intesa come conservazione ad una temperatura tra 0° e +4°C blocca la moltiplicazione e lo sviluppo dei batteri che si trovano sulla superficie o all’interno dell’alimento. I batteri non vengono uccisi, la loro crescita è solo arrestata o rallentata. Pertanto un alimento, seppur contaminato con una piccola carica di microorganismi, potrà non essere un pericolo per la salute, poiché i microrganismi non arriveranno mai a moltiplicarsi fino ad arrivare ad una quantità tale da provocare una malattia e non saranno in condizione di produrre tossine pericolose. Mentre nel frigorifero i batteri si moltiplicano solo lentamente, a temperatura ambiente il numero si moltiplica ca. 20 volte tanto. Per questo motivo, sia le materie prime e anche gli alimenti altamente deperibili o già pronti, se adeguatamente conservati in frigorifero, possono avere una durabilità anche di 3-4 giorni.

La SURGELAZIONE, ovvero la conservazione a temperature inferiori ai -18°C, blocca la vita dei microorganismi e consente una durabilità degli alimenti fino a molti mesi. Per effettuare una corretta surgelazione si devono utilizzare materie prime di ottima qualità. Gli alimenti una volta preparati dovranno essere sottoposti, in tempi molto rapidi, a temperature molto basse. Meglio quindi, se tale operazione viene effettuata per piccole pezzature e piccole quantità e con l’impiego di apposito abbattitore di temperatura. Per non danneggiare l’alimento surgelato e mantenerne le caratteristiche organolettiche, è molto importante che il successivo scongelamento venga effettuato in frigorifero, che l’alimento sia al più presto utilizzato e che non venga più ricongelato.

ALTE TEMPERATURE MANTENIMENTO A CALDO: Poiché le temperature comprese tra i 30° ed i 40°C sono le più favorevoli alla sopravvivenza ed allo sviluppo dei microorganismi pericolosi, è opportuno che un alimento, già preparato in attesa di essere successivamente consumato caldo (es. banco ristorante self service) , sia conservato ad una temperatura non inferiore a +60°/+65°C, impiegando idonei dispositivi (es. sistema a bagnomaria, piastre o lampade riscaldanti). A questa temperatura i batteri non crescono più. I microorganismi di norma vengono distrutti dal calore durante una normale cottura, ma non sempre le temperature elevate riescono a distruggere anche le tossine prodotte dai microorganismi. Alimenti freschi, cotti e mangiati ancora caldi, non dovrebbero presentare un rischio di natura microbiologica. La cottura di un alimento si può considerare adeguata, quando venga raggiunta una temperatura di almeno +75°C, in ogni sua parte e so prattutto nel suo interno (si raccomanda l’uso di termometro a sonda per la verifica). Bisogna fare molta attenzione alla preparazione di alimenti di grossa pezzatura (p.es. carni, pollame) e/o preparati con ingredienti molto pericolosi (p.es. uova fresche, frutti di mare, molluschi). Anche un alimento già cotto, conservato in frigorifero, e successivamente da consumarsi caldo, deve essere riscaldato ad una temperatura di + 70°/+75°C per alcuni minuti. Per alcuni alimenti liquidi, come per esempio latte, uova sgusciate e succhi di frutta, che sarebbero un ambiente ottimo per la crescita dei batteri, la pastorizzazione rappresenta un buon sistema per aumentarne la conservabilità. La pastorizzazione consiste nel portare l’alimento a temperature che variano dai 65° C fino a 80° C, per alcuni minuti nel caso si utilizzino le temperature più basse, per alcuni secondi per le più alte. I vantaggi della PASTORIZZAZIONE consistono nel fatto che il sapore delle sostanze trattate non viene modificato eccessivamente e che la durabilità dei prodotti aumenta da alcuni giorni, come nel caso del latte, fino ad alcuni mesi come nel caso della birra. Una volta trattati i prodotti devono essere immediatamente inseriti in contenitori puliti a chiusura ermetica in modo da evitare la possibilità che entrino nuovamente in contatto con batteri.



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