Conto corrente truffa: Addebiti mai richiesti



Alcuni giorni fa, la Polizia Postale di Venezia ha segnalato una truffa costituita da addebiti su un conto corrente bancario da 19,90 euro derivanti da attivazioni fraudolente di domiciliazioni bancarie, ossia Sdd, Sepa direct debit, ancora molto noti con la precedente sigla Rid. Addebiti che vengono attivati con l’utilizzo illecito di dati personali.



La truffa è particolarmente insidiosa perché l’importo non è elevato e può pertanto facilmente confondersi tra le altre voci del rendiconto.Non a caso corrisponde, ad esempio, al costo di un biglietto del treno. Come difendersi? Per prima cosa occorre sovente controllare la lista movimenti del proprio conto corrente, operazione agevole con l’home banking, senza fermarsi agli importi bensì prestando attenzione anche ai beneficiari. In caso di anomalie, bisogna avvisare il proprio istituto di credito richiedendo la revoca del Sdd e il richiamo della somma.

Il cliente ha a disposizione tredici mesi dalla data di ciascuna operazione per chiederne il rimborso. Gli Sdd autorizzati, invece, possono essere revocati entro otto settimane dalla data di addebito esclusivamente quando al momento del rilascio dell’autorizzazione non era specificato l’importo di ciascuna operazione e se l’importo addebitato supera quello che il pagatore avrebbe ragionevolmente potuto aspettarsi tenendo conto delle condizioni contrattuali, il suo precedente modello di spesa e le circostanze del caso. È il classico caso di “bollette pazze”. La banca deve procedere a meno che non ci siano motivate ragioni, da comunicare entro dieci giorni.



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