Brucia vivo il fratello per ottenere i soldi dell’assicurazione: ergastolo



Antonio Martone, chef di navi da crociera, è stato condannato all’ergastolo per aver bruciato vivo il fratello Domenico, con l’intento di intascare i soldi dell’assicurazione. L’omicidio è avvenuto lo scorso anno, in un casolare di campagna a Lettere, in provincia di Napoli.



Antonio aveva messo in piedi un piano diabolico per ottenere i 300mila/400mila euro dell’assicurazione. Aveva premeditato l’omicidio da un anno, facendo firmare a Domenico una polizza vita proprio dal valore di 400mila euro. Dopo aver attirato il fratello in un casolare con la scusa di un appuntamento con due ragazze, lo ha tramortito e poi gli ha dato fuoco, lasciandolo agonizzante. Domenico è morto semicarbonizzato.

Le indagini hanno portato alla luce molti indizi sui movimenti di Martone, a cominciare da quelli online. Il killer pare che avesse cercato cose specifiche su Google, come ad esempio domande sul “modo per uccidere un uomo” o su “come intascare i soldi dell’assicurazione”. Dopo le indagini, è stata segnalata la premeditazione dell’omicidio, proprio per via delle ricerche pregresse sul più famoso motore di ricerca online.

Antonio è stato smascherato attraverso le indagini tecniche, grazie all’esame dei filmati di alcune telecamere di videosorveglianza del comprensorio tra Lettere, Angri e Pagani. Grazie alla documentazione acquisita, i carabinieri hanno ricostruito gli ultimi passi della vittima e del suo carnefice, immortalato mentre si allontanava fischiettante dal luogo del delitto.

Il pm di Torre Annunziata ha detto: “Come Caino e Abele”. Sono le parole espresse nel corso della requisitoria prima della condanna. Adesso Antonio è condannato all’ergastolo, alla reclusione a vita in carcere.

L’articolo non vuole solo raccontare l’omicidio e la condanna del colpevole, ma evidenziare l’utilizzo delle tecnologie e delle ricerche online per la risoluzione del caso. Le ricerche su Google hanno permesso alle autorità di individuare la premeditazione dell’omicidio e il piano diabolico messo in piedi da Antonio Martone. La tecnologia ha quindi svolto un ruolo fondamentale nella risoluzione del caso.

In conclusione, questo tragico evento ci ricorda l’importanza di utilizzare la tecnologia in modo responsabile e che le autorità sono sempre pronte ad utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione per garantire giustizia e sicurezza alla comunità.



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