Filippo Turetta, si è fatto pagare la cena e poi l’ha massacrata per 25 minuti



Nella tranquilla serata del 11 novembre, nel cuore del centro commerciale di Nave de Vero a Marghera, una tragica storia ha scosso la comunità locale. Giulia Cecchettin, una giovane studentessa, si trovava al primo piano, al McDonald’s, insieme a degli amici. Quella sera avrebbe dovuto prendere una decisione apparentemente banale: scegliere tra tacchetti e ballerine per la sua futura laurea.



Erano le 23:15 quando un vicino di casa, dall’altro lato del parco, udì urla strazianti di aiuto provenire dalla zona. Cosa accadde dopo, si trasformò in un incubo: un individuo aggressivo, Filippo Turetta, aveva aggredito Giulia con una violenza inaudita. Le telecamere di sicurezza registrarono una fuga disperata, ma Giulia venne raggiunta e spinta con tale forza da cadere e perdere conoscenza.

La situazione si aggravò ulteriormente quando Turetta la trascinò in macchina e la portò nella zona industriale di Fosso. Là, la giovane cercò disperatamente di scappare, ma fu vittima di un’aggressione brutale, subendo colpi d’arma bianca. I dettagli macabri sono stati svelati dal medico legale, con ferite ovunque e segni di un tentativo disperato di difesa da parte della vittima.

Le indagini hanno rivelato un coltello da cucina di 21 centimetri senza manico, probabilmente utilizzato nell’aggressione, e un nastro telato argentato intriso di sostanza ematica, utilizzato per soffocare le urla di Giulia.

La fuga di Turetta lo portò a coprire una notevole distanza in poco tempo. Da Marghera, attraversò la provincia e arrivò a Piancavallo, in Friuli. Sabato scorso, il corpo senza vita di Giulia Cecchettin fu trovato in una nicchia tra le rocce, evidenziando una violenza inaudita perpetrata da Turetta.

Il tribunale di Venezia ha concesso l’arresto in carcere per Filippo Turetta, definito “totalmente imprevedibile” dalla giudice Benedetta Vitolo. La comunità di Vigonovo è rimasta sconvolta da questo gesto insensato, mentre Giulia Cecchettin viene ricordata con affetto e rispetto.

Questa tragedia mette in luce ancora una volta la necessità di affrontare con fermezza il problema dei femminicidi nella società. L’omicidio di Giulia Cecchettin è un triste richiamo all’attenzione sulla violenza di genere, un problema che richiede azioni concrete per essere debellato.

La luce rossa che illumina il municipio di Vigonovo è ora simbolo di ricordo per Giulia, mentre il cuore della comunità piange la perdita di una giovane promessa, spezzata troppo presto.



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