Elly Schlein verso la fine! Qualunque sia l’esito, dopo il 9 giugno farà ritorno a Zurigo dai suoi genitori



Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, sottolinea la sua candidatura alle Europee come una mossa cruciale per contrastare l’avanzata delle destre, in un contesto di crescente discordia interna.



Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico (PD), ha recentemente annunciato in una diretta Instagram la sua decisione di candidarsi alle prossime elezioni europee, definendola una “sfida cruciale” per il futuro del partito e del panorama politico italiano. Durante l’annuncio, Schlein ha espresso il desiderio di contribuire attivamente alla lotta contro l’avanzata delle destre in Europa, evidenziando l’importanza di una politica inclusiva e progressista.

La segretaria ha rifiutato la proposta di inserire il suo nome nel simbolo del PD, argomentando che una simile mossa potrebbe risultare più divisiva che unificante. Questa decisione arriva in un momento di forte tensione all’interno del partito, con vari leader e correnti che esprimono malcontento e critica verso la direzione attuale. La conferenza stampa, convocata d’urgenza per discutere questi temi, ha rivelato le profonde divisioni e la lotta per il controllo che sta definendo il futuro del PD.

Tra le figure di spicco che hanno manifestato dissenso ci sono il ex Presidente Romano Prodi e membri influenti come Graziano Delrio, che ha minacciato di candidarsi in risposta alle politiche di Schlein. Inoltre, la decisione di Schlein di non personalizzare eccessivamente il simbolo del partito ha suscitato reazioni contrastanti, con alcuni che apprezzano la sua cautela e altri che criticano una mancanza di leadership decisa.

L’articolo sottolinea anche il malcontento tra le “figurine” del partito, ossia i candidati meno noti ma ritenuti cruciali per allargare l’influenza del PD. Persone come Lucia Annunziata hanno apertamente criticato alcune scelte di Schlein, accentuando la percezione di un partito in crisi.

Nonostante le turbolenze interne, Schlein ha delineato tre possibili percorsi per il suo futuro politico: mantenere il suo nome fuori dal simbolo del partito per non aggravare le divisioni, ritirarsi in caso di ulteriori conflitti interni, o candidarsi come capolista, mantenendo una posizione di leadership attiva.



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