Muhammed Bhar, il giovane palestinese con sindrome di Down e autismo, è stato tragicamente attaccato dai cani dell’esercito israeliano a Shejaiya, ad est di Gaza City. La sua famiglia lo ha trovato morto una settimana dopo l’irruzione dei soldati in casa.
Secondo quanto riportato dalla BBC, Muhammed, che aveva 24 anni, era completamente dipendente dalla sua famiglia per le attività quotidiane come mangiare, bere e cambiarsi. Con l’inizio della guerra, la sua salute era ulteriormente peggiorata, rendendo ancora più difficile per la famiglia prendersi cura di lui.
La madre di Muhammed, Nabila, ha raccontato alla BBC che la famiglia aveva deciso di chiudersi in casa nel tentativo di proteggere Muhammed dai bombardamenti e dal rumore dei raid. Nonostante gli ordini di evacuazione ricevuti a causa dei continui bombardamenti, la famiglia aveva deciso di non abbandonare la propria casa a Shejaiya per proteggere Muhammed dai continui spostamenti.
Nabila ha descritto i giorni di assedio vissuti dalla famiglia e ha raccontato che, nonostante i loro sforzi di nascondersi nelle stanze più sicure, l’esercito israeliano è entrato nella loro abitazione il 3 luglio scorso. Durante l’irruzione, i soldati hanno fatto entrare un cane al guinzaglio e lo hanno incitato ad attaccare Muhammed, causandone la morte.
La tragedia di Muhammed Bhar evidenzia le drammatiche conseguenze della guerra sulla popolazione civile, in particolare sulle persone con disabilità. La sua storia rappresenta un’ulteriore testimonianza delle sofferenze inflitte dalla violenza in questa regione martoriata dai conflitti.
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