Il professor Orsini afferma: “L’Ucraina è destinata a scomparire” – Due scenari di guerra con una certezza inquietante



Il Presidente russo Vladimir Putin ha dato disposizioni affinché i soldati russi si addestrino al lancio di testate nucleari tattiche contro l’Ucraina, in quella che appare essere una risposta diretta alle recenti minacce provenienti da Londra. Queste ultime hanno incoraggiato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky a utilizzare missili inglesi a lunga gittata per colpire obiettivi in territorio russo.



Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha chiarito che tale decisione rappresenta anche una reazione alla crescente disponibilità di alcuni governi occidentali a inviare truppe sul suolo ucraino. Le tensioni tra Russia e Occidente sembrano quindi destinare a inasprirsi ulteriormente, riflettendo una dinamica sempre più complessa e pericolosa.

Peskov ha inoltre sottolineato una sorta di regolarità empirica nelle risposte russe, affermando: “Per ogni proiettile della NATO che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina.” Questa politica non riguarda solamente la quantità di armamenti, ma si estende anche alla loro qualità: quanto più avanzate saranno le armi impiegate dalla NATO, tanto più sofisticate saranno le risposte militari russe.

Questa escalation rischia di trascinare il conflitto in una nuova fase pericolosamente incerta, con la Russia che minaccia l’uso di armi nucleari, un scenario che molti osservatori ritengono possa concludere la guerra con drastiche conseguenze per l’Ucraina. Secondo alcune analisi, l’esito più probabile del conflitto vedrà l’Ucraina smembrata e costretta a cedere alle richieste di Putin, con Zelensky potenzialmente sconfitto e umiliato. Tuttavia, esiste anche lo scenario catastrofico di un’Ucraina distrutta da attacchi nucleari.

Queste prospettive sollevano questioni profonde sulla protezione internazionale dell’Ucraina, con paralleli che vengono tracciati con la situazione dei palestinesi, spesso lasciati senza difese efficaci contro attacchi esterni. In un contesto geopolitico globale, il valore strategico dell’Ucraina e della Palestina viene spesso valutato insufficiente per giustificare un conflitto nucleare, evidenziando una fredda calcolazione degli interessi statali.

Stati e attori internazionali si muovono in base a logiche di vittoria e profitto, entrando in guerra solo quando credono di poter trarre vantaggi significativi rispetto ai costi sostenuti. Questo quadro complesso mostra come, in alcuni casi, gli Stati più deboli possano essere costretti a subire decisioni imposte da alleati più potenti, rischiando così di agire contro i propri interessi nazionali diretti.



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