Impagnatiello in aula: «Ho pranzato da mia madre con il corpo nell’auto. Il veleno? Utilizzato due volte per togliere di mezzo Thiago. Volevo sparire da tutti»



L’incredibile confessione di Alessandro Impagnatiello durante il processo per l’omicidio della compagna Giulia Tramontano e del figlio che portava in grembo.



“Ho somministrato il veleno a Giulia due volte, nella prima parte di maggio, solo in due occasioni a distanza ravvicinata, non è stata una cosa duratura. Le ho messo il veleno nella bocca mentre dormiva, non per recare del danno, del male a Giulia, ma per provocare a Giulia un aborto”. Così Alessandro Impagnatiello ha confessato durante il processo per l’omicidio della sua compagna Giulia Tramontano e del piccolo Thiago che era ancora nel grembo della madre.

“Andai a pranzo da mia madre in auto, in auto c’era il cadavere di Giulia”. Questo è quanto ha rivelato Impagnatiello nel suo interrogatorio in aula. L’ex barman ha ricostruito il delitto avvenuto un anno fa a Senago, ammettendo anche l’acquisto di un carrello per spostare il corpo senza vita della donna incinta. “Ho provato a spostare Giulia sul carrello, ma è impossibile collocare un corpo sul carrello”, ha raccontato il giovane, che più volte ha confessato di aver cercato “in più occasioni di spostare il corpo di Giulia dalla cantina al box” prima di riuscire a caricarlo in auto e abbandonarlo poco lontano dalla loro abitazione. “Assolutamente nessuno mi ha aiutato a uccidere o a spostare il cadavere, a mia madre e a nessuno ho svelato nulla”, ha aggiunto.

“Il cellulare di Giulia l’ho gettato assieme ai documenti e alle carte di credito nel tombino” nel parcheggio del McDonald’s, “dove io lascio il motorino per andare al lavoro” in metro. Lo ha affermato oggi in aula Alessandro Impagnatiello durante il suo interrogatorio, in cui ha raccontato come ha ucciso un anno fa Giulia Tramontano, la sua fidanzata al settimo mese di gravidanza. L’uomo ha riferito di aver cercato di bruciare per tre volte il corpo di Giulia e di aver pulito l’appartamento usando “sgrassatori ma non candeggina” per non lasciare tracce del suo tentativo di cancellare le prove.

Il caso ha scosso profondamente la comunità locale e ha portato alla luce dettagli agghiaccianti delle azioni di Impagnatiello. La testimonianza dell’imputato continua a rivelare nuovi particolari raccapriccianti, mentre la famiglia di Giulia cerca giustizia per la giovane donna e il suo bambino mai nato.



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