Le ultime parole di Giulia Tramontano prima del fatale evento: “Impagnatiello, comportamenti non normali”. Controllo del DNA evidenzia falsità



In un’intensa conversazione, Giulia Tramontano e una donna ingannata dallo stesso uomo scambiano parole profetiche: “Meravigliosa! Ti ringrazio!”. Un dibattito scaturisce da un gloss dimenticato, “ho fatto in modo che lo trovassi. Mi dispiace, non hai lasciato andare nulla di valore…”



Svelati i Messaggi Precedenti la Tragedia: La Follia di un Uomo Smascherata

Negli scambi tra Giulia Tramontano e la donna coinvolta sentimentalmente con l’uomo che ha condotto una doppia vita, emerge il disprezzo condiviso: “Non vale niente, è spazzatura.” Il ritrovamento di un balsamo per le labbra bordeaux diventa il fulcro della conversazione: “Hai dimenticato questo gloss nel veicolo?”, indagava Tramontano. La rivale inconsapevole risponde: “Quel balsamo era un mio segnale, speravo lo notassi”. Giulia accoglie il gesto: “Sei eccezionale! Grazie!”. Era il 9 maggio del 2023, poco prima che Giulia, in attesa da sette mesi, incontrasse il suo destino fatale.

Prosegue lo scambio: “Ero più vigile di quanto pensassi”, afferma Giulia. E l’altra: “Anche io, credi che siamo naïve”. La scoperta del balsamo scatena un confronto nella coppia “ufficiale”: l’uomo nega ogni conoscenza dell’oggetto. Si mostra ignaro sul proprietario del gloss. “Mi dispiace immensamente, mi si frantuma il cuore”, esprime l’interlocutrice di Impagnatiello. E con rabbia: “Non hai perso niente, è un fallimento… Ora pagherà per tutto gradualmente”.

Fra le “innumerevoli” prove accumulate dalla complice e collega di Impagnatiello, spicca anche un esame del DNA mendace. L’uomo aveva assicurato di non essere il padre del bambino che Giulia portava in grembo. “Questo individuo necessita di essere rinchiuso in una struttura psichiatrica adeguata”, ribatteva Tramontano. “Non ho mai eseguito test di paternità, non mi serve”.

L’incontro a Tre Mai Realizzatosi: Promesse e Evasioni

Dopo una serie di misteri, enigmi, “menzogne” e “duplicazioni”, si profilava il giorno in cui Alessandro Impagnatiello si era impegnato a discutere apertamente con entrambe le donne nel suo cuore. Tuttavia, si sottrasse all’appuntamento: solo le due donne vi presero parte. “Quindi domani?”, proponeva Alessandro alla collega, le mani ancora macchiate di sangue. Erano le 22.30 del 27 maggio, aveva evitato l’incontro pur avendo lasciato intendere la sua disponibilità al dialogo a tre.

Attraverso quei messaggi inviati la sera alla donna di 23 anni, posticipava l’appuntamento al giorno successivo alla data originariamente fissata. Giulia era stata già assassinata con 37 coltellate. La vittima e la giovane raccoglievano evidenze delle infedeltà subite; quel pomeriggio si erano viste, a differenza di Alessandro. Si erano accordate per un incontro attraverso WhatsApp. Alle 15, Impagnatiello scriveva all’altra: “Discutiamone di persona, tutti insieme”. Poi svaniva, per trasmettere un altro messaggio dopo le 22.30, seguendo l’atrocità consumata nella residenza condivisa con Giulia a Senago, vicino Milano.



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