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Patrick Zaki, un attivista per i diritti umani profondamente legato all’Italia, ha recentemente ricevuto un onore significativo: la cittadinanza onoraria di Imola. In una cerimonia emotiva e ricca di significati, svoltasi il 16 marzo 2024 presso il Teatro Comunale della città romagnola, il sindaco Marco Panieri ha ufficialmente accolto Zaki tra i cittadini onorari di Imola, riconoscendo il suo incrollabile impegno per la libertà e i diritti umani.



Patrick Zaki è italiano?

Pur non essendo di nazionalità italiana, Patrick Zaki porta l’Italia, e in particolare Bologna, nel profondo del cuore. La sua formazione accademica e il suo percorso di vita lo hanno visto profondamente integrato nel tessuto sociale e culturale italiano. Nato il 16 giugno 1991 a Mansura, in Egitto, da una famiglia cristiana ortodossa copta, Zaki ha scelto l’Italia, e Bologna in particolare, come luogo di studio e crescita personale. Dopo il suo matrimonio nel settembre 2023, ha annunciato il desiderio di tornare a vivere a Bologna, sottolineando il forte legame che lo unisce a questa terra.

La cittadinanza onoraria di Imola

La concessione della cittadinanza onoraria a Patrick Zaki da parte del consiglio comunale di Imola, avvenuta il 26 luglio 2021 e celebrata ufficialmente nel marzo 2024, rappresenta un gesto di grande valore simbolico. Durante la cerimonia, il sindaco Panieri ha espresso il suo caloroso benvenuto a Zaki, sottolineando come Imola auspichi che da questo evento possa diffondersi un messaggio di pace a livello globale. La motivazione ufficiale del conferimento evidenzia il riconoscimento dei valori di libertà di studio, di pensiero e di partecipazione pubblica che Zaki incarna e che rispecchiano l’essenza stessa della comunità di Imola.

Accogliendo il riconoscimento, Zaki ha espresso profonda gratitudine per il sostegno ricevuto durante i suoi anni di detenzione, evidenziando l’impegno della città di Imola verso la promozione dei diritti umani. Nel suo discorso, ha esteso la sua solidarietà a tutte le vittime di ingiustizie e privazioni della libertà, da Ilaria Salis a Julian Assange, dalle donne iraniane ai prigionieri di coscienza in Egitto, enfatizzando l’importanza dell’impegno collettivo per la liberazione e la difesa delle libertà fondamentali.



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