Amelia, per tutti Millie, aveva solo sei anni quando, durante una semplice biopsia al midollo osseo, si è verificato un tragico incidente. Un’emorragia interna, causata accidentalmente dall’ago usato nella procedura, ha portato alla sua morte. A distanza di due anni, suo padre guarda al futuro con uno scopo ben preciso: fare in modo che nessun altro bambino subisca lo stesso destino. Per questo motivo, è nato “Millie’s Method”, un nuovo protocollo di sicurezza dedicato a lei.
Amelia era stata ricoverata all’ospedale Addenbrookes di Cambridge, nel Regno Unito, a causa di una sospetta pancitopenia, una condizione che riduce drasticamente i tre principali tipi di cellule del sangue. Il 16 giugno 2022, durante una biopsia midollare effettuata in anestesia generale, l’ago ha lesionato alcuni vasi sanguigni interni. La coroner Elizabeth Gray ha confermato la dinamica, parlando di un sanguinamento “massivo e catastrofico”.
Il rapporto ufficiale sulle cause della morte ha rivelato che il medico che eseguiva la biopsia ha notato uno zampillo di sangue al momento dell’estrazione dell’ago. Tuttavia, un consulente lo ha rassicurato, affermando che non si trattava di un segnale allarmante. Pochi istanti dopo, il cuore di Amelia ha smesso di battere. Nonostante i disperati tentativi dei medici in sala operatoria, non c’è stato nulla da fare.
L’indagine ha evidenziato l’assenza di linee guida nazionali e di un protocollo operativo standard per questa delicata procedura. Secondo la coroner, questa mancanza ha avuto un peso determinante nell’incidente. In risposta a questa situazione, la British Society for Haematology (BSH) ha annunciato la creazione di un metodo universale per le biopsie al midollo osseo, in linea con gli standard di sicurezza attuali. Questo nuovo protocollo porterà il nome di Amelia, o meglio di Millie, come veniva affettuosamente chiamata in famiglia.
“Millie’s Method” non sarà solo un insieme di regole e precauzioni, ma anche un simbolo tangibile della lezione imparata a caro prezzo. La BSH ha inoltre comunicato l’intenzione di istituire un registro nazionale delle complicazioni, utile per monitorare i casi e aggiornare le linee guida in base all’esperienza clinica. Sono previste anche nuove raccomandazioni per la formazione del personale e una valutazione delle competenze per chi esegue la procedura.
Non riavremo mai nostra figlia, ma ora il suo nome diventerà sinonimo di cambiamento. Millie’s Method ricorderà a ogni medico, a ogni ospedale e a ogni paziente che la sicurezza non si presume, ma si garantisce. Nessun genitore dovrebbe chiedersi se la vita del proprio figlio poteva essere salvata da un processo migliore.
Millie non c’è più, ma il suo nome vivrà in ogni sala d’ospedale dove, grazie a lei, si sceglierà di agire con più prudenza, attenzione e umanità.
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