​​


Gianluca Sordo: “Soffro di deficit motori, leggere mi fa impazzire. Vivo con la pensione di invalidità”



La storia di Gianluca Sordo ha subito una svolta drammatica circa vent’anni fa, quando una serata apparentemente normale si è trasformata in un incubo. Nel 2005, l’ex centrocampista toscano, che aveva appeso gli scarpini al chiodo l’anno precedente all’età di 35 anni, è stato coinvolto in un episodio violento che ha segnato la sua esistenza. Sordo, che aveva vissuto momenti di gloria con il Torino in Serie A e con la nazionale italiana Under 21, vincendo l’Europeo del 1992, non avrebbe mai immaginato che una serata in un locale potesse cambiare tutto.



Durante la sua carriera, Gianluca Sordo è stato un pilastro del Torino, partecipando alla storica finale di Coppa UEFA persa contro l’Ajax nel 1992. Tuttavia, la sua esperienza al Milan sotto la guida di Capello non è stata altrettanto brillante, con poche presenze tra il 1994 e il 1996. Dopo il Milan, la carriera di Sordo ha visto un rapido declino con esperienze in squadre come Reggiana, Bari, Cannes, Montevarchi, Pisa, Arezzo e Aglianese.

La notte fatidica che ha cambiato tutto è iniziata come tante altre. Sordo si stava allenando regolarmente, sperando di trovare una squadra in C2. Ogni venerdì si dedicava a una partita di calcetto con amici, seguita da una pizza e una bevuta a Marina di Massa. Ma quella sera qualcosa andò storto: “Mi allenavo tutti i giorni, nella speranza di trovare una squadra in C2. Ogni venerdì, poi, andavo a giocare a calcetto con i miei amici, quindi una pizza a cena e una bevuta in un bar a Marina di Massa prima di tornare a casa. Una sera, senza volerlo, pesto il piede a una ragazza. Le chiedo scusa un paio di volte, lei non le accetta. Alla terza perdo la pazienza e la mando a quel paese. A quel punto un ragazzo che era alla mia sinistra, e che evidentemente nutriva un certo interesse per lei, mi rifila una testata alla tempia. Ci dividono, lui era recidivo. Aveva già dei precedenti”.

Dopo l’incidente, le condizioni di Sordo peggiorarono rapidamente: “Torno a casa, inizio a vomitare nel letto, non riuscivo a parlare o a muovermi. Mia moglie, oggi ex, chiama il 118. ‘Ha bevuto, ora gli passerà’, le rispondono. Continuo a peggiorare, a quel punto avvisa mia mamma che richiama subito i soccorsi. ‘Se non lo portate in ospedale, muore’. Mi fanno una tac, avevo un ematoma cerebrale. Alle 8 del mattino mi operano a Pisa, salvandomi la vita. È un miracolo che sia qui a raccontarlo”.

Nonostante sia sopravvissuto grazie a un intervento chirurgico d’urgenza a Pisa, la vita di Gianluca Sordo non è più stata la stessa. Dopo l’operazione, è rimasto in coma per quattro giorni e ha trascorso un mese in terapia intensiva seguito da una lunga riabilitazione. “Finisco in coma per quattro giorni, quindi un mese di terapia intensiva e una lunga riabilitazione pagata tutta di tasca mia. I danni però me li porto dietro ancora oggi – racconta al ‘Corriere della Sera’ – Zoppico, ho dei deficit motori con la parte sinistra del corpo e la testa mi va a fuoco anche quando leggo solo mezza pagina di giornale sportivo. Percepisco una pensione di invalidità. Dopo il ritiro ho provato a fare qualche investimento immobiliare, ma è stata dura riprendermi. Sono sempre stato uno grintoso e determinato, poi invece mi sono arenato. Non sono più un ragazzino, ho solo la terza media e una memoria, soprattutto a breve termine, compromessa”.



Add comment