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Il fidanzato di Chiara Jaconis, uccisa da una statuina a Napoli, esprime il suo dolore e la sua determinazione a vivere per lei dopo la tragedia



Chiara Jaconis, una giovane turista di 30 anni originaria di Padova, è tragicamente deceduta a seguito di un incidente avvenuto ai Quartieri Spagnoli di Napoli. La giovane è stata colpita da una statuina caduta dall’alto mentre passeggiava, un evento che ha scosso profondamente non solo la sua famiglia, ma anche il fidanzato, Livio Rousseau, che ha voluto condividere la sua esperienza e il suo dolore in un’intervista al quotidiano Il Gazzettino di Padova.



Il tragico episodio è avvenuto il 15 settembre 2024, durante un viaggio che doveva essere un regalo di compleanno per Chiara, appassionata della cultura napoletana e della pizza. Livio ha raccontato di come fosse entusiasta di mostrare alla sua compagna la città che tanto amava. Tuttavia, la gioia di quel viaggio è stata spezzata quando, mentre camminavano insieme, Chiara è stata colpita da un oggetto che le ha causato ferite fatali. Nonostante i tentativi di soccorso, la giovane è morta due giorni dopo in ospedale.

In merito all’incidente, Livio ha espresso i suoi sospetti riguardo alla caduta della statuina, affermando: “Avevo il sospetto che quella statuetta non fosse caduta da sola. In ogni caso ora non sto né meglio né peggio, tanto nulla mi ridarà indietro Chiara.” Le parole di Livio rivelano un profondo senso di amarezza e una volontà di andare avanti, nonostante il dolore. “Non provo rabbia, voglio solo andare avanti. Adesso vivo la mia vita anche per lei,” ha aggiunto.

L’inchiesta sulla morte di Chiara ha portato alla luce che la statuina sarebbe stata lanciata da un ragazzino di 13 anni, già noto per comportamenti problematici. Tuttavia, poiché non è imputabile per legge, le indagini si sono concentrate anche sui genitori del giovane, i quali hanno sempre negato che l’oggetto provenisse dalla loro abitazione. La Procura minorile di Napoli ha recentemente chiuso l’inchiesta, lasciando aperta la questione riguardante i genitori, ma senza alcun responsabile diretto per la morte di Chiara.

Livio ha dichiarato di provare una certa amarezza per il modo in cui l’intera situazione è stata gestita, ritenendo che ci sia voluto troppo tempo per arrivare a una verità. “Provo amarezza, quella sì. Tutto ciò poteva essere gestito in modo diverso, senza farci aspettare tutto questo tempo per conoscere la verità,” ha detto. Nonostante ciò, ha affermato di non cercare scuse dalla famiglia del ragazzino: “Non mi cambierebbe molto, non sento il bisogno di ricevere delle scuse. Sono contento di stare in contatto con la sorella e con i genitori di Chiara. Ci facciamo forza a vicenda.”

Il dolore per la perdita di Chiara è palpabile nelle parole di Livio, il quale continua a chiedersi perché sia accaduto un simile incidente. “Una parte di me è contenta che l’indagine sia andata avanti – spiega – un’altra si pone sempre la stessa domanda. Tra tutti i momenti in cui poteva cadere quella statua, perché proprio quando c’era Chiara lì sotto?” Questa riflessione mette in evidenza la difficoltà di accettare una tragedia così inspiegabile.

Livio ha descritto il viaggio a Napoli come un momento speciale, un regalo per il trentesimo compleanno di Chiara, che aveva compiuto il 13 febbraio 2024. “Era sempre stata fan della pizza e non era mai stata a Napoli. Il mio ricordo più bello è la spensieratezza con cui lei guardava il mondo. Era felice,” ha raccontato, evidenziando quanto fosse importante per lui vedere Chiara sorridere.



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