Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto di 18 anni fa a Garlasco, torna sotto i riflettori con nuove dichiarazioni di Gianni, il supertestimone intervistato dalla trasmissione “Le Iene”. L’uomo ha deciso di mostrarsi in volto e raccontare quanto appreso su quella tragica giornata, dopo essere stato accusato pubblicamente dall’avvocato della famiglia Poggi, Luigi Tizzoni.
Nel servizio trasmesso ieri sera, Gianni ha ribadito quanto già dichiarato la settimana precedente: due persone, oggi decedute, gli avrebbero confidato in ospedale di aver visto una delle cugine della vittima, Stefania Cappa, comportarsi in modo sospetto il giorno dell’omicidio. Secondo quanto riferito, la donna sarebbe stata notata mentre cercava di entrare nella casa della nonna, situata vicino a un canale a Tromello, a pochi chilometri da Garlasco, portando con sé un borsone. Poco dopo, gli stessi testimoni avrebbero udito il rumore di oggetti pesanti cadere nel canale vicino all’abitazione.
È importante sottolineare che né Stefania Cappa né sua sorella Paola sono mai state indagate per il delitto. L’unico condannato in via definitiva per l’omicidio è Alberto Stasi, fidanzato della vittima all’epoca dei fatti.
Gianni ha raccontato anche di aver avuto un confronto diretto con l’avvocato Luigi Tizzoni, che lo avrebbe cercato dopo l’omicidio. “È stato l’avvocato Tizzoni a cercarmi. Mi ha chiamato e ci siamo visti, mi ha chiesto aiuto. Mia mamma lavorava da sua mamma. Il giorno dopo aver saputo di Stefania Cappa sono andato da lui e mi ha stoppato. Secondo lui non si poteva fare perché c’era già una pista che si stava seguendo”, ha dichiarato il supertestimone.
L’uomo ha aggiunto che l’avvocato non gli avrebbe suggerito di rivolgersi ai carabinieri, ma che lui stesso si sarebbe consultato con un colonnello di sua conoscenza. “Ho parlato io con un colonnello che conoscevo e che mi ha detto che rischiavo di andarci di mezzo io. Lui era di Milano, mi ha messo in allerta perché diceva che coloro che si stavano occupando del caso non erano affidabili”, ha spiegato.
Nel corso dell’intervista, Gianni ha mostrato alcuni bigliettini su cui avrebbe annotato i dettagli ricevuti dai testimoni in ospedale quel 13 agosto di 18 anni fa. “L’ho fatto per non dimenticare. Ho detto la verità, non ho paura di niente”, ha affermato con determinazione.
Da parte sua, l’avvocato Luigi Tizzoni ha offerto la sua versione dei fatti attraverso una dichiarazione rilasciata a Fanpage.it. “Già dopo l’omicidio di Chiara Poggi gli consigliai che se avesse avuto qualcosa di interessante da dire di andare dai carabinieri. Io ho un vaghissimo ricordo su quello che successe nel 2007 con lui, ma allora come oggi io vengo raggiunto – essendo il caso molto mediatico – da decine di segnalazioni, gente che si propone. Quello che fece anche lui all’epoca”, ha affermato.
L’avvocato ha aggiunto: “Ricordo che non aveva nulla di concreto: gli dissi però di andare dai carabinieri perché io mi stavo occupando del procedimento. Insomma, in casi come questi, tutto quello che può dire un avvocato è di invitare ad andare dai carabinieri. A me risulta che dai carabinieri c’era andato. Quindi se avesse avuto qualcosa di importante da dire i carabinieri lo avrebbero ritenuto attendibile e avrebbero proceduto con quella pista”.
La vicenda continua ad alimentare dibattiti e speculazioni, mentre il supertestimone e l’avvocato forniscono versioni contrastanti sul ruolo svolto all’epoca dei fatti. Il caso Garlasco rimane uno dei più discussi nella cronaca italiana, con nuovi dettagli che emergono a distanza di anni dall’omicidio di Chiara Poggi.
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