La dottoressa Marzia Franceschilli, chirurga presso il Policlinico di Tor Vergata, ha deciso di lasciare la struttura per trasferirsi all’ospedale San Camillo. Questa scelta arriva in seguito agli insulti e alle presunte aggressioni fisiche subite dal professor Giuseppe Sica, suo collega presso la stessa struttura. La vicenda, che ha sollevato grande scalpore, è ora al centro di indagini da parte della Regione Lazio e dell’Università di Tor Vergata, che stanno valutando possibili provvedimenti nei confronti del professore.
Secondo quanto emerso, un video ha documentato chiaramente gli insulti rivolti da Sica alla collega, mentre almeno quattro testimoni sarebbero pronti a confermare anche un’aggressione fisica avvenuta durante un intervento chirurgico. La situazione ha spinto il Governatore della Regione Lazio, Francesco Rocca, a richiedere “massimo rigore” nella gestione del caso, dichiarando che un comportamento del genere “non può essere tollerato” e che “l’aggressione fisica sul luogo di lavoro comporta il licenziamento”. Inoltre, il Governatore ha espresso la necessità che il professore non abbia più contatti con gli studenti.
La Regione ha avviato un’ispezione attraverso il Nucleo ispettivo regionale (NIR) per verificare se vi siano le condizioni per procedere con un licenziamento per giusta causa. Sebbene Sica non sia formalmente dipendente del Policlinico di Tor Vergata, essendo invece legato contrattualmente all’università, la Regione siede nel consiglio di amministrazione dell’ospedale e ha comunque voce in capitolo sulla vicenda. Secondo l’articolo 2118 del Codice civile, un comportamento grave come un’aggressione fisica sul posto di lavoro potrebbe giustificare l’interruzione immediata del rapporto lavorativo.
Parallelamente alle ispezioni regionali, anche l’Università di Tor Vergata sta seguendo la situazione con attenzione. Il rettore dell’ateneo, Nathan Levialdi Ghiron, ha dichiarato in una nota ufficiale che l’università agirà “con la consueta serietà e il necessario rigore”, sottolineando l’importanza di rispettare i principi di sicurezza e valorizzazione della persona. Questi valori, ha aggiunto, sono alla base dell’operato dell’istituzione.
Sul fronte penale, la procura di Roma ha aperto un’indagine per omicidio colposo. Durante l’intervento chirurgico in cui si sarebbe verificata la lite tra Sica e Franceschilli, il paziente operato è deceduto dieci giorni dopo l’intervento. Questo elemento aggiunge ulteriore gravità alla vicenda e potrebbe portare a ulteriori sviluppi giudiziari.
Le ispezioni della Regione Lazio sono già iniziate: lunedì scorso gli ispettori hanno incontrato i dirigenti del Policlinico di Tor Vergata per raccogliere informazioni sull’accaduto. Un’ulteriore visita ispettiva è prevista per venerdì. La decisione finale sul futuro lavorativo del professor Sica dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.
Nel frattempo, il trasferimento di Marzia Franceschilli all’ospedale San Camillo rappresenta una soluzione temporanea per garantire alla dottoressa un ambiente di lavoro sereno e sicuro. Tuttavia, resta alta l’attenzione sull’evolversi della situazione, sia per quanto riguarda le responsabilità del professor Sica, sia per le implicazioni più ampie sulla gestione dei rapporti professionali all’interno delle strutture sanitarie e accademiche.
La vicenda ha suscitato una forte reazione nell’opinione pubblica e tra i colleghi medici, che chiedono maggiore tutela per i professionisti della sanità e condannano fermamente ogni forma di violenza o abuso sul luogo di lavoro. Il caso potrebbe rappresentare un punto di svolta nella gestione delle dinamiche interne alle strutture ospedaliere e universitarie, con l’obiettivo di prevenire episodi simili in futuro.
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