a diretta dei funerali di Alvaro Vitali, morto a 75 anni, si è tenuta presso la Chiesa di San Pancrazio a Roma. Familiari e amici hanno dato l’ultimo saluto all’attore, deceduto a causa di una broncopolmonite recidiva. Nonostante il parere contrario dei medici, Alvaro Vitali aveva firmato le dimissioni dalla clinica in cui era ricoverato fino a qualche giorno fa.
Carlo Verdone, presente al funerale, ha espresso la sua gratitudine ad Alvaro Vitali per la sua amicizia e professionalità. Il regista romano aveva voluto Vitali sul set di “Vita da Carlo”, la serie da lui scritta e diretta. Appena arrivato sul sagrato della chiesa, Verdone è stato accolto da una voce che lo ha ringraziato per essere venuto, definendolo “un grande” e l’unico ad essere presente. Verdone ha risposto con umiltà, definendosi “una persona semplice”.
Verdone ha poi spiegato che è stato Vitali a fargli un regalo, offrendo il suo volto, la sua amicizia e la sua professionalità, nonostante le sue precarie condizioni fisiche. Ha espresso la sua gratitudine per il contributo di Vitali al suo racconto, che gli ha dato un significato speciale. Verdone ha anche ricordato con affetto i primi film di Fellini in cui Vitali ha recitato, definendolo un punto fermo.
Alla domanda se Vitali avesse meritato di più, Verdone ha risposto con un semplice “Macché”.
Il cinema è così: dopo un po’, arriva per tutti il momento del tramonto. Ma questo non riguarda solo i personaggi come Alvaro: anche altri attori, che sono stati grandissimi, di grande fascia e di grande teatro, subiscono la stessa sorte. Succede sempre, non c’è memoria storica. Si va avanti, però, grazie a quelle persone illuminate che hanno amato quell’arte. Non si può non ricordare quelle persone che hanno fatto grande il cinema, il teatro, anche con piccoli ruoli. La faccia di Vitali ti ricorda più Fellini che Pierino. Quelle due o tre cose importanti che ha fatto con Fellini vanno riguardate sempre: erano piccole, ma lui restava, era un grande maschera. Fellini era un uomo intelligente, sapeva scegliere, aveva capito chi era. Lui era diventato molto amico di Fellini: cinque giorni su sette stava a cena da lui. Di aneddoti sulla vita di Fellini ne so parecchi adesso.
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