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Macron contro Meloni: “Mai parlato di inviare truppe in Ucraina, evitiamo disinformazione”



La recente esclusione di Giorgia Meloni dal vertice internazionale sull’Ucraina ha suscitato numerose polemiche. La premier italiana ha motivato la sua assenza affermando che l’Italia non intende inviare truppe in Ucraina, una posizione che avrebbe reso inutile la sua partecipazione a un incontro focalizzato su questo tema. Tuttavia, il presidente francese Emmanuel Macron ha negato che l’invio di soldati fosse oggetto di discussione, accusando indirettamente Meloni di diffondere informazioni inesatte.



Secondo quanto dichiarato da Meloni, la scelta di non partecipare al summit sarebbe stata dettata dalla volontà di mantenere una linea coerente con le posizioni espresse dall’Italia in passato. Durante un breve intervento con la stampa, senza accettare domande, la premier ha ribadito: “Devo ribadire una cosa che ho già spiegato diverse volte e cioè che l’Italia ha da tempo dichiarato di non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina. Non avrebbe senso per noi partecipare a dei formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità.” Ha poi aggiunto: “A chi si lamenta, all’opposizione per esempio, chiedo la stessa chiarezza e la stessa coerenza: ci si chiede di partecipare a questi formati perché dobbiamo mandare le truppe in Ucraina o perché dobbiamo farci una foto e poi dire di no? Bisogna essere seri e io sono una persona seria.”

La posizione italiana è stata però messa in discussione dalle dichiarazioni di Macron, che ha definito un “errore di interpretazione” le parole della premier. Il presidente francese ha chiarito ai giornalisti: “La discussione che abbiamo avuto era per ottenere un cessate il fuoco in Ucraina. Non c’è stata una discussione né a Kiev domenica, né oggi sull’invio di truppe.” Ha poi aggiunto: “Bisogna essere seri sull’informazione, abbiamo discusso di pace e di garanzie di sicurezza per l’Ucraina. Guardiamoci dal divulgare false informazioni, ce ne sono a sufficienza di quelle russe.”

L’assenza di Meloni al vertice è stata percepita come un segnale di isolamento dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei impegnati nella crisi ucraina. Al tavolo erano presenti i leader di Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Ucraina, mentre l’Italia è rimasta fuori dai negoziati. Durante l’incontro, i rappresentanti hanno anche contattato l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump per un aggiornamento sui colloqui avvenuti in Turchia. Questo episodio richiama altre recenti occasioni in cui Meloni è apparsa marginalizzata sulla scena internazionale, come ai funerali di Papa Francesco in Vaticano o durante la visita dei leader europei in Ucraina, dove l’Italia aveva partecipato tramite una videoconferenza.

L’assenza italiana è stata ulteriormente evidenziata dal ruolo crescente del premier polacco Donald Tusk, che sembra aver assunto una posizione centrale nei negoziati sull’Ucraina, relegando l’Italia a un ruolo secondario. Questo cambiamento è stato interpretato da alcuni osservatori come un segnale di debolezza diplomatica da parte del governo italiano.

Nonostante le critiche, Meloni ha ribadito che l’Italia continua a sostenere l’Ucraina attraverso altri canali: “Dopodiché l’Italia, che sostiene l’Ucraina, continua a partecipare a tutti gli altri format.” Tuttavia, le sue parole non sembrano aver placato le polemiche, soprattutto alla luce delle affermazioni contraddittorie tra lei e Macron.

Negli ultimi mesi, la presidente del Consiglio aveva già espresso la sua contrarietà all’ipotesi di inviare forze europee in Ucraina come “cuscinetto” per garantire una futura pace tra Russia e Ucraina. Tuttavia, ciò non le aveva impedito di partecipare ad altri incontri internazionali dedicati alla crisi ucraina, come il vertice dei “volenterosi” tenutosi a marzo o la recente videoconferenza con gli stessi leader europei.

Le dichiarazioni di Macron hanno sollevato interrogativi sulla reale motivazione dell’assenza italiana. Se da un lato Meloni ha cercato di giustificare la sua posizione come una questione di coerenza politica, dall’altro le smentite francesi mettono in dubbio questa versione. La questione potrebbe avere ripercussioni sul ruolo dell’Italia nei futuri negoziati internazionali e sulla percezione della sua leadership in Europa.

Resta da capire se il governo italiano riuscirà a recuperare terreno sul piano diplomatico o se questa vicenda segnerà un ulteriore passo indietro nella sua partecipazione ai principali tavoli decisionali sulla crisi ucraina.



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