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Omicidio di Giulia Tramontano: Impagnatiello condannato all’ergastolo in Appello, senza premeditazione



La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, 32 anni, per l’omicidio della fidanzata incinta Giulia Tramontano, uccisa a coltellate il 27 maggio 2023 nell’appartamento che la coppia condivideva a Senago. L’imputato era già stato condannato in primo grado il 25 novembre 2024; in Appello la pena resta la stessa, ma la Corte ha escluso l’aggravante della premeditazione, pur riconoscendo quella della crudeltà e del vincolo di convivenza  .



Secondo i giudici di Milano, quindi, non v’è prova che Impagnatiello avesse pianificato in anticipo, ma si ritiene accertata la ferocia del gesto. La sostituta procuratrice generale Maria Pia Gualtieri aveva presentato richiesta di conferma dell’ergastolo auspicandone il mantenimento con tutte le aggravanti inizialmente contestate, citando la “fredda premeditazione” nei confronti di una donna al settimo mese di gravidanza  .

Secondo la ricostruzione emersa in primo grado, l’imputato avrebbe tentato per mesi di avvelenare Giulia e il nascituro, Thiago, prima di infliggerle 37 coltellate l’ultima sera di maggio 2023  . La Procura aveva sostenuto che l’uomo aveva agito con “rabbia fredda e lucida risolutezza”, rinnovando il delitto con modalità “nuove ed efferate” .

La difesa, guidata dall’avvocata Giulia Gerardini, ha invece fatto leva sugli errori commessi dall’imputato dopo il delitto, come il ritardo nell’occultare il cadavere, le approssimazioni nel tentativo di incendiarlo e il trasporto in un’area condominiale molto frequentata, sostenendo che questi elementi dimostrano l’assenza di un piano premeditato e una condotta non calcolata  .

All’esito della lettura del dispositivo, in lacrime, la madre della vittima, Loredana Femiano, si è limitata a dichiarare: “Preferisco non dire niente”, esprimendo così il proprio sconcerto per l’esclusione della premeditazione  .

A conclusione dell’udienza, l’avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti, ha espresso soddisfazione per il rigetto del secondo grado, affermando: “È stata confermata per intero la sentenza di primo grado con l’ergastolo per tutti i reati contestati… la sentenza è stata comunque confermata”  . Dal canto suo, la difesa ha dichiarato: “Sono soddisfatta del mio lavoro”, pur ribadendo che la decisione sull’esclusione della premeditazione non rappresenta una vittoria .

Il processo ha riproposto alla pubblica opinione il grave femminicidio di Giulia Tramontano, figura già al centro di un ampio dibattito sull’uso delle immagini mediatiche: la sorella, Chiara, aveva chiesto esplicitamente di “non pubblicare più le foto in cui la vittima è abbracciata al suo assassino”, definendo tali immagini “violenza” e “umiliazione”  .

L’uccisione, avvenuta quando Giulia aveva sette mesi di gravidanza, scatenò immediatamente l’indignazione nazionale  . Il delitto aveva scosso la comunità di Senago e rilanciato con forza la discussione sul femminicidio.



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