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Raffaele Sollecito a Pulp Podcast: “Errore giudiziario sul caso Meredith, prove ignorate”



In Italia, i casi di cronaca nera continuano a catturare l’attenzione pubblica, e uno dei più controversi è quello relativo all’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese trovata uccisa a Perugia nel 2007. Attraverso il suo “Pulp Podcast”, Fedez ha deciso di riaprire il dibattito, ospitando Raffaele Sollecito e l’avvocata Francesca Florio in una lunga intervista che rievoca i dettagli di un caso giudiziario che ha segnato profondamente l’opinione pubblica italiana e internazionale.



Raffaele Sollecito, originario di Giovinazzo, ha raccontato la sua esperienza, descrivendo come la sua vita sia stata stravolta dalla notte del 6 novembre 2007. “La sera prima stavo ultimando la mia tesi di laurea. Il giorno successivo avrei dovuto discuterla, ma invece mi sono ritrovato in questura. Da quel momento, tutto è cambiato”, ha dichiarato con voce ferma, sebbene ancora segnata dal ricordo di quegli eventi.

Accusato insieme ad Amanda Knox dell’omicidio di Meredith Kercher, Sollecito ha trascorso quattro anni in carcere, prima a Perugia e poi nella sezione protetti di Terni. Il caso si è ulteriormente complicato con l’ingresso nella vicenda di Rudy Guede, cittadino ivoriano, il cui DNA è stato rinvenuto su diversi reperti della scena del crimine. Guede è stato l’unico dei tre imputati a essere condannato in via definitiva, con una pena di 16 anni ottenuta tramite rito abbreviato. Tuttavia, secondo l’accusa, non avrebbe agito da solo: Amanda Knox e Raffaele Sollecito sarebbero stati complici in quello che la procura ha descritto come un presunto gioco erotico finito tragicamente.

Il corpo di Meredith Kercher fu rinvenuto privo di vestiti, con un profondo taglio alla gola e avvolto in un piumone. Sul cuscino furono trovate tracce di liquido seminale. “Se quel campione di sperma fosse stato analizzato subito, tutto si sarebbe potuto risolvere rapidamente. Ma hanno detto che era ‘vecchio’ e non lo hanno mai verificato. Se fosse risultato appartenere a Guede, la nostra posizione sarebbe stata completamente diversa”, ha spiegato Sollecito durante il podcast.

Un momento cruciale per l’indagine fu l’interrogatorio di Sollecito, avvenuto dopo che aveva fumato uno spinello: “Faticavo a ricordare i dettagli della sera precedente ed ero stato interrogato senza un avvocato. Anche Amanda crollò dopo ore di pressioni, arrivando persino a coinvolgere un innocente, Patrick Lumumba, spinta da una poliziotta che si dichiarava medium”, ha raccontato.

L’ex imputato ha sottolineato come una concatenazione di eventi sfortunati e ingenuità abbia giocato contro di loro: “Amanda aveva alti e bassi emotivi, mentre io avevo fumato un po’ di erba prima dell’interrogatorio. Tutto ciò si è rivoltato contro di noi”, ha ammesso.

La vicenda giudiziaria è stata segnata anche da errori nelle perizie scientifiche e nei rilievi effettuati sulla scena del crimine. Un esempio emblematico riguarda l’impronta insanguinata compatibile con una suola da Nike, attribuita a Sollecito. “Non verificarono nemmeno la misura della scarpa. Erano troppo concentrati a trovare conferme alle loro ipotesi, ha accusato. Nel 2007 la polizia scientifica non era obbligata a seguire protocolli internazionali. C’era un’improvvisazione spaventosa”, ha aggiunto.

Un altro elemento controverso riguarda la decisione del magistrato di accettare la richiesta di rito abbreviato avanzata da Guede, una scelta che secondo Sollecito ha avuto conseguenze significative: “Io e Amanda volevamo discutere le prove in aula, ma quella decisione ci ha privati della possibilità di un confronto diretto”, ha spiegato.

Nel 2011, la Corte d’Appello ha assolto sia Sollecito che Knox, demolendo il castello accusatorio costruito contro di loro e riconoscendo l’assenza di prove concrete che li collegassero al crimine. Tuttavia, il caso continua a suscitare dibattiti e divisioni nell’opinione pubblica, alimentati anche da nuove rivelazioni come quelle emerse nell’intervista condotta da Fedez.

L’omicidio di Meredith Kercher rimane uno dei casi più complessi e controversi della cronaca nera italiana, e mentre alcune ferite sembrano essersi rimarginate con il tempo, altre restano ancora aperte, alimentando interrogativi e riflessioni su giustizia, errori investigativi e responsabilità.



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