È durata solo pochi minuti la ricomparsa della giovane madre dei due bambini ritrovati venerdì scorso in un appartamento in pessime condizioni in via Carrera 63, a Torino. I piccoli, rispettivamente di 2 e 4 anni, vivevano in un ambiente segnato da sporcizia, rifiuti e strumenti utilizzati per il consumo di crack. La donna avrebbe contattato alcuni conoscenti telefonicamente, tra cui, secondo quanto riportato da La Stampa, la propria madre ancora residente in città. Prima di sparire nuovamente, avrebbe dichiarato: “Quando ho visto la notizia sui social e ho capito cosa stava succedendo, mi sono spaventata. Ho pensato che fosse meglio scappare. Forse è meglio così, per tutti.”
Nel corso delle indagini, i carabinieri hanno denunciato la donna per il reato di abbandono di minore. I due bambini erano stati trovati soli nell’appartamento, visibilmente denutriti e in un contesto insalubre. Durante i controlli medici effettuati presso l’ospedale Regina Margherita, uno dei fratellini è risultato positivo al crack, confermando l’esposizione alla sostanza stupefacente.
Attualmente, i due minori sono stati affidati a una famiglia individuata dai servizi sociali del Comune tramite la struttura “Casa Affido”. Sono stati trasferiti in una località protetta nel territorio torinese per garantire la loro sicurezza. Secondo fonti vicine al caso, un ritorno dei bambini alla madre appare improbabile. Tuttavia, in Italia l’affido familiare è concepito come una misura temporanea volta a supportare il minore e la sua famiglia d’origine in momenti di difficoltà. Solo nel caso in cui la situazione non migliori e non sia possibile garantire un ambiente adeguato ai bisogni dei bambini, si può procedere con l’adozione, che rappresenta invece una soluzione definitiva.
La vicenda ha scosso profondamente l’opinione pubblica, anche a causa del profilo della giovane madre. Fino a pochi mesi fa, la donna conduceva una vita apparentemente normale: era appassionata di calcetto, che praticava a livello amatoriale con alcune amiche nei centri sportivi della città, e lavorava regolarmente in una palestra situata in via Nicola Fabrizi. Inoltre, disponeva di un permesso di soggiorno valido ed era già seguita dai servizi sociali.
Secondo quanto emerso dalle indagini, il drammatico cambiamento sarebbe avvenuto a partire dal mese di marzo. La donna avrebbe subito un crollo improvviso, forse legato a relazioni personali difficili o a una grave delusione. Questo l’avrebbe spinta verso una rapida dipendenza dal crack, una droga poco costosa ma dagli effetti devastanti. La diffusione di questa sostanza a Torino ha raggiunto livelli allarmanti, con un’offerta che supera ormai la domanda.
Il caso solleva ancora una volta interrogativi sul sistema di tutela dei minori e sull’efficacia degli interventi per prevenire situazioni di degrado familiare. Mentre i fratellini si trovano ora al sicuro, le autorità continuano a cercare la madre per chiarire ulteriormente i dettagli della vicenda e valutare le eventuali responsabilità penali.
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