Anticipazioni Uomini e Donne oggi martedì 20 dicembre 2022: ultime news cosa succede in studio



Maria De Filippi ripropone Uomini e Donne anche oggi, martedì 20 dicembre 2022 su Canale 5 a partire dalle 14.45. In studio saranno presenti gli opinionisti della trasmissione Tina Cipollari, Gianni Sperti e Tinì Cansino, oltre ai tronisti della prima parte di questa stagione, Lavinia Mauro, Federico Dainese e Federico Nicotera. Infine, saranno presenti anche i cavalieri e le dame del Trono Over.



Nella puntata del 19 dicembre è andata in onda una nuova discussione tra Gemma e Mario. Gemma aveva visto un post su Facebook condiviso da Mario, in cui rimproverava lei e Alessandro per la loro “spettacolarità” e “per gli ascolti”. Di conseguenza, Mario ha lasciato il programma su consiglio di Alessandro e Maria De Fillipi. Nel frattempo, Gemma ha conosciuto un nuovo cavaliere, Agostino, che è venuto in studio per lei. Mentre Riccardo e Gloria erano riusciti a fare pace, in studio si verificò un nuovo litigio. Durante l’ultima registrazione, Riccardo aveva litigato anche con Roberta.

Uomini e Donne puntata 20 dicembre 2022, le anticipazioni

Per quanto riguarda il Trono Classico, è stato Fede ad uscire con Vincenza ed Elena. Biagio, invece, ha cercato di avvicinarsi a Paola offrendole una bottiglia e un fiore, ma il tentativo non ha avuto alcun esito, provocando poi un commento sarcastico da parte di Silvia. Cristina, invece, ha incontrato un nuovo cavaliere ma ha scelto di non uscire con lui, affermando che il suo interesse per Armando è rimasto immutato.

Uomini e Donne come vederlo in streaming online

È possibile vedere il programma sia in diretta su Canale 5 che online tramite il sito di Mediaset Infinity a partire dalle 14.45. Inoltre, il sito di Witty Tv offre la possibilità di rivedere tutte le puntate. Inoltre, La5 riproporrà la puntata di oggi alle 20.00 circa.

Natale con Riccardo Guarnieri

Riccardo, lei è un fanboy del Natale da sempre. «Sì, lo ammetto, e davvero non capisco quelle persone a cui questa festività non piace. Personalmente, l’atmosfera natalizia mi fa sentire un bambino: amo andare in giro per negozi, passeggiare tra le strade illuminate a festa, ammirare anche gli allestimenti bellissimi dei negozi di giocattoli, lo guardo al Natale con gli occhi del bambino che ero: il piccolo Riccardo che rimaneva incantato davanti a ogni cosa e che credeva a Babbo Natale. Mi godo questa atmosfera dal primo all’ultimo giorno».

C’è un Natale che ricorda con particolare affetto? «Ripenso sempre a ogni Natale con grande affetto, ma forse quello a cui sono emotivamente più legato è il primo da bambino di cui ho ricordo. Era il mille novecento ottantaquattro, avevo sei anni e quello è stato l’anno in cui ho scoperto che Babbo Natale non esiste. Avevo trovato i miei regali nascosti dietro un armadio e, forse per lo shock a cui oggi ripenso con tenerezza, il Natale di quell’anno mi è rimasto particolarmente in testa. Potrei descriverle ogni dettaglio dell’allestimento di casa, dei parenti che c’erano e di quello che è successo durante la serata».

E invece c’è stato un Natale particolarmente doloroso? «Fortunatamente no, ma ogni anno un pensiero leggermente malinconico va a mio padre: sono figlio di genitori separati e mi dispiace che lui non stia con noi». Quali sono le tradizioni natalizie di famiglia a cui è particolarmente legato? «Tutte! (Sorride) In particolare l’inizio delle festività che da noi in Puglia si aprono il ventidue novembre, nel giorno di Santa Cecilia, e si chiudono il sei gennaio.

Nel giorno di Santa Cecilia, che io amo molto, si fa l’albero, il presepe, e  soprattutto dalla mattina presto si iniziano a fare le pettole che sono delle palline di pasta che si accompagnano con zucchero, con prosciutto e che possono essere sia dolci che salate». Lei ha un fratello e una sorella, c’è un ricordo natalizio che la lega particolarmente a loro? «Sì, noi tre seduti a tavola nell’at<j tesa dei regali a casa dei nonni dove da sempre festeggiamo il ventiquattro, il venticinque e il ventisei.

Di alcuni Natale ricordo anche come eravamo vestiti e i capelli a caschetto di mia sorella che non le donavano così tanto (ride)». Qual è il regalo che le sarebbe piaciuto ricevere e non ha ancora ricevuto? «La possibilità di vivere il Natale insieme a una mia famiglia, e di trasmettere ai miei figli l’amore per questo periodo». Del parterre di Uomini e Donne a chi le piacerebbe fare un regalo e da chi le piacerebbe riceverlo? «Sicuramente con Roberta Di Padua un pensiero ce lo scambieremo, e mi piacerebbe anche fare un piccolo regalo a Gloria, così come mi piacerebbe riceverlo da lei. Non so cosa le regalerei, probabilmente qualcosa di personale che rievochi in qualche modo la sua dolcezza».

Natale con Gemma Galgani

Gemma cosa rappresenterà per lei questo Natale? «Il Natale per me è una festa molto sentita fin da quando ero bambina, e non solo per i regali. La nostra casa apriva le porte a un gran numero di parenti e amici: i miei genitori sono sempre stati molto conviviali e accoglienti. Radicata in me anche l’essenza religiosa di quello che rappresenta il Natale, la gioia per la nascita di Gesù, venuto per la salvezza del mondo e di tutti noi. Per me il desiderio più grande è quello di non dover più passare il Natale da sola e auguro a tutti di trascorrerlo in compagnia dei propri cari».

Come lo trascorrerà? «Trascorrerò la Vigilia di Natale con le mie sorelle e i miei amati nipoti. Oltretutto ci tengo particolarmente perché, dopo sessant’anni, sarà il primo Natale da sola di mia sorella Anna, rimasta vedova da poco, e faremo a gara per farle sentire tutto il nostro affetto. Spero anche di riuscire a portarla alla Messa Solenne di mezzanotte alla Basilica della Consolata, presieduta dal Vescovo di Torino, dove si avverte una sensazione mistica e di raccoglimento. Appuntamento tradizionale è anche il pranzo del venticinque dicembre dalla mia amica Manuela con suo figlio Umbi, a cui sono legatissima.

Anche quest’anno saprà stupire me e gli ospiti con addobbi straordinari, come in una favola e, se servisse, sono sempre a disposizione per dare una mano!». Cosa le piacerebbe indossare la notte di Natale o nella giornata del venticinque? «Potrei dire: “Dimmi con chi sarò e ti dirò cosa metto!”. Se fossi a casa da sola, come lo scorso anno, un bel pigiamone caldo con qualche disegnino natalizio; se fossi con il mio lui, invece, nessun dubbio: un seducente abito rosso con qualche decorazione luccicante qua e là, magari per incorniciare la scollatura. Per il pranzo invece nessun accessorio fanciullesco come cerchietti con le renne o similari, ma un abito sobrio, elegante e un po’ retro alla Audrey Hepburn, senza dimenticare i manicotti in pelliccia ecologica e un cappello a fiocco sempre in stile».

E a Capodanno cosa farà? «Dipende… se Babbo Natale mi porta in dono un Principe Azzurro, allora potrei cenare con lui a lume di candela e per me sarebbe una piacevolissima novità, dato che la sera di Capodanno ho sempre lavorato e non ho mai potuto fare programmi. Se invece dovessi inseguire un sogno, mi piacerebbe assistere dal vivo al tradizionale concerto della Filarmonica di Vienna».

Mi racconta di un Natale della sua vita che non potrà mai dimenticare? Nel bene o nel male… «Non potrò mai dimenticare nessuno dei due: né il più bello, naturalmente, ma nemmeno il più brutto. Sul primo non ho dubbi: è stato il primo Natale {e anche l’unico!) trascorso con il ragazzo che, di lì a poche ore, sarebbe diventato mio marito. La mia famiglia mi aveva raggiunto a Genova, così come amici e parenti che non vedevo da molto tempo.

Il primo pranzo ufficiale dei miei genitori con i suoi e gli auguri alle sue severissime e integerrime zie (sorride). Il Natale più brutto invece è stato quello passato con la mamma, sapendo che per lei sarebbe stato l’ultimo, perché subito dopo sarebbe stata ricoverata in ospedale senza più tornare a casa. Ricordo che, come regalo, chiese a papà di acquistare un camper (sorride), per andarci in viaggio l’estate successiva. Concludo con un Natale insolito e suggestivo, quello trascorso in montagna, a Borgata Grangesises, vicino a Sestrière, nel mio ristorante: una baita a duemila metri di altezza, molto accogliente e tutta arredata in legno alla francese. Avevo invitato il babbo, le mie sorelle, i miei nipoti con le fidanzate, insomma tutti i miei familiari e già quello sarebbe stato sufficiente a renderlo speciale, ma che dire della fiaccolata di mezzanotte, da me organizzata con clienti esperti sciatori e alcuni maestri di sci, che hanno preso lo Skilift per una pista nera, proprio davanti alla baita?».

Cosa ricorda invece del Natale di quando era piccola? «Era una festa meravigliosa, che prevedeva tutta una serie di preparativi. Primo fra tutti, secondo la tradizione, l’allestimento del presepe, quasi un rito per noi, in cui la neve veniva fatta con la farina, l’acqua di torrenti e laghetti con i frantumi degli specchietti da trucco, le pecorelle venivano vestite di lana vera, il muschio raccolto sistemato intorno alla Capanna e il pozzo con una lueina creata dal babbo, dove si potevano trovare dei soldini.

Imperdibile la Messa di mezzanotte, dove rimanevo sempre stupita nel vedere Gesù Bambino troppo svestito quando veniva riposto sul giaciglio, operazione questa che poi ripeteva mamma a casa nel nostro presepe. Il mattino dopo, mi precipitavo con le mie sorelle, tutte in camicia da notte lunga, ad aprire pacchi e pacchettini. Impazzivamo per giocattoli e bambole, più deluse dai regali utili della nonna, come vestitini e scarpette, ma la tradizione voleva che, fra i regali, non mancasse mai un libro e il primo che ricevetti fu Piccole donne, ancora tanto attuale».

Cosa è rimasto di allora? Cosa cerca di caldo e rassicurante nell’atmosfera che torna ogni anno? «Mi è rimasta proprio questa sensazione di gioia interiore, dei valori ricevuti dai miei genitori: dopo i momenti di gioco e il pranzo luculliano, per esempio, eravamo soliti far visita al Cottolengo, un ospedale di Torino per certi aspetti molto triste, a un nostro cugino a noi molto caro, così che anche le persone più fragili e malate ricevessero un dono, auguri e affetto nel giorno di Natale. La sensazione più calda e rassicurante, invece, la ritroverei in una carezza di mia madre, nella sua affettuosa buonanotte con un bacio sulla guancia, mentre mi rimboccava le coperte e io che cercavo di sgattaiolare fuori dal letto per tenerla stretta a me… Rassicurante e protettiva sarebbe anche la presenza di un uomo al mio fianco, con cui condividere coccole, tenerezza, complicità e, soprattutto, amore».

Cosa vorrebbe trovare sotto l’albero? O chi? «Tanto per non fare la lista della spesa, diciamo che vorrei trovare, arrotolato con un fiocchetto, il biglietto vincente della lotteria così, finalmente, potrei esaudire tanti piccoli e grandi sogni a tutte le persone che hanno lasciato un segno nel percorso della mia vita: familiari, amici, professionisti del mondo del lavoro, ma anche conoscenze fugaci che, però, ancora ricordo e, senza dubbio, persone molto più sfortunate di me, che ho avuto occasione d’incontrare. Quanto a “chi” vorrei trovare sotto l’albero, mi affido completamente a Babbo Natale, a sorpresa!».

Il film che guarda sempre a Natale? «Veramente ce n’è più di uno che ho visto davvero tante volte, come Mamma ho perso l’aereo, molto simpatico e divertente tanto che, ancora oggi, lo rivedo volentieri. Poi // piccolo Lord, questa storia meravigliosa di un ragazzino povero e orfano di padre, che poi eredita una fortuna dal nonno, prima burbero e misantropo e poi completamente conquistato dal nipotino e dall’amore per lui». C’è qualcuno a cui vorrebbe fare gli auguri ma non sa se riuscirà ad alzare il telefono? «No comment…».

Natale con Roberta Padua

Roberta, per lei il Natale è una festa gioiosa o malinconica? «Entrambe. Mi piace perché è piena di luci e colori ma al contempo mi mette tanta malinconia. Fortunatamente, da quando c’è miofiglio questa festa ha un sapore diverso perché appartiene fondamentalmente ai bambini, ma comunque permane quella malinconia dovuta al fatto che la nostra famiglia si è spezzata, per quanto le cose vadano oggi bene, comunque siamo in due e non in tre».

Chiuda gli occhi e ripensi al suo Natale più felice: qual è il primo che le viene in mente? «Il primo trascorso con mio figlio, senza dubbio. Lui è nato il sette dicembre e quindi ha vissuto il suo primo Natale che era davvero piccolissimo. Poi, da quando è nato, tutti i Natale sono stati belli a loro modo: insieme siamo andati sulla neve, a vedere la casa di Babbo Natale, abbiamo preparato le sue recite scolastiche di cui ovviamente sono stata spettatrice orgogliosa».

Quale Natale, invece, ricorda con dolore? «Quello dell’anno della separazione dal mio ex compagno, padre di mio figlio. Noi ci siamo separati a novembre quindi non ho avuto il tempo di metabolizzare e di trascorrere le festività serenamente. Ricordo ancora che la sera del venti-quattro dicembre sono stata a casa da sola perché toccava a lui tenere il piccolo. Adesso, fortunatamente, le cose sono diverse: dopo qualche Natale in cui non siamo mai riusciti a organizzarci ora, almeno uno dei due giorni, lo trascorriamo tutti e tre insieme».

Che ricordi ha dei Natali della sua infanzia? «Ricordo feste, cene e pranzi con tantissime persone. Sia mio padre che mia madre hanno una famiglia numerosissima. Ricordo le nostre tradizioni culinarie che, date le mie origini campane, sono legate a quella terra, lo le porto avanti tutte, tra struttoli, roccocò e così via».

Qual è il regalo che avrebbe voluto ricevere e non ha ancora ricevuto? «Sinceramente mi sento una persona molto fortunata: ho tutto quello che mi serve, non mi manca nulla. In realtà quello che vorrei è che la situazione non cambiasse: vorrei continuare ad avere un lavoro che mi piace e che mi rende indipendente e un figlio in salute e sereno».

Suo figlio crede ancora a Babbo Natale? «Purtroppo questo sarà l’ultimo anno, penso, in cui ci crederà perché è da un po’ che si pone qualche domanda. Mi piacerebbe, infatti, far venire a casa un Babbo Natale per godermi ancora una volta lo stupore negli occhi del mio piccolo».

La letterina di solito la scrivete insieme? «Da anni la scrive da solo, ma spesso viene da me e mi chiede il permesso di poter chiedere questo o quello… e per fortuna lo fa! Un anno ha chiesto una macchina sportiva costosissima perché lui, come il papà, è appassionato di motori ma per fortuna sono riuscita a fermarlo». A chi vorrebbe fare un regalo del parterre di Uomini e Donne? «In questo momento a Gianni, e gli donerei una calza piena di dolcetti per addolcirlo un po’ visto che ultimamente è un po’ “monello” con me».



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