Sapete chi è Marina Ripa di Meana madre di Lucrezia Lante della Rovere



Lucrezia Lante della Rovere, 55 anni, figlia di Marina Ripa di Meana, scomparsa il 5 gennaio 2018, e del duca Alessandro Lante della Rovere, morto nel 1995, si racconta in un’intensa intervista al Corriere della Sera. Descrive il rapporto con la madre e ripercorre i momenti più belli della sua vita. Sebbene il padre fosse “malato di vivere, di sopravvivere e basta, dipendente dall’alcol e con una vita misera”, Lante della Rovere ereditò “da lei cromosomi veramente duri, direi maschili” “Per fortuna”. A differenza di lui, aveva una madre dura, “severa e rabbiosa”, con la quale aveva una buffa contraddizione di donna libera e senza pregiudizi”.



Marina Ripa di Meana, personaggio televisivo, stilista, scrittrice e attivista, è morta il 5 gennaio 2018 a Roma.È stata un personaggio televisivo, stilista, autrice e attivista, sposata tra l’altro con Carlo Ripa di Meana e Alessandro Lante della Rovere.Dopo aver studiato in Calabria, Marina iniziò a lavorare come stilista e aprì un atelier di alta moda a Roma.Inseguito, ha raccolto successo e notorietà in televisione e al cinema. È apparsa anche come opinionista in televisione e sul piccolo schermo.

Ricordando un episodio della sua adolescenza, Lucrezia Lante della Rovere, che lo scorso 9 maggio, in occasione della festa della mamma, aveva condiviso su Instagram una foto da bambina con la madre, dedicandole tenere parole – ha poi aggiunto: “Ero molto giovane e non amavo la mondanità, ma una volta mia madre mi convinse ad andare alla prima al Teatro alla Scala di Milano: l’evento più mondano che possa esistere. E per convincermi mi regalò addirittura un vestito favoloso che era bordato di visone bianco; sembravo Audrey Hepburn. Ma non sapevo cosa aveva architettato. Io, ignara, in pelliccia dentro al teatro, lei fuori nella piazza davanti alla Scala mentre, a seno nudo in pieno gennaio, faceva una manifestazione animalista contro l’uso delle pellicce bruciandole. Venni travolta da un turbine di paparazzi, perché era clamoroso che la madre usasse la figlia per una denuncia sociale”.

“Luca Barbareschi, che mi accompagnava, sembrava il mio bodyguard”, ha aggiunto l’attrice, che con l’attore, regista e produttore è stata legata per sette anni.

E parlando del suo rapporto con la madre – all’anagrafe Marina Elide Punturieri – l’attrice ha poi raccontato: “Mamma era perennemente sopra le righe, la sua esistenza un’altalena di eventi. Quando aveva un’idea non guardava in faccia a nessuno, e se io mi arrabbiavo ribatteva che non avevo ironia. Però, ha compiuto tante battaglie civili e politiche; per lei il gusto della provocazione era più forte di qualunque cosa”.

A proposito della lotta che la madre aveva combattuto per sedici anni contro il cancro, l’attrice ha aggiunto: “È stata molto coraggiosa anche quando si è ammalata, diventando portavoce e mettendosi a disposizione di chi era colpito dalla stessa malattia, spronando gli altri a non vergognarsi, a superare i pudori, i pregiudizi, a parlare del problema e non sentirsi malati nella vita. Ha persino realizzato un video-testamento, il giorno prima di morire, per l’associazione Luca Coscioni a favore dell’eutanasia, che è un modo per andarsene da questa terra in maniera dignitosa”.

L’attrice, che ha due figlie gemelle, Ludovica e Vittoria, 33 anni – nate a ottobre del 1988 dall’unione con il presidente del Coni Giovanni Malagò, con il quale è stata unita quattro anni, e che l’hanno resa nonna ciascuna di due nipoti – ha raccontato al quotidiano milanese: “Quando ho conosciuto Giovanni avevo 21 anni e abbiamo avuto subito Vittoria e Ludovica, due bravissime figlie, che non fanno le attrici e che mi hanno dato quattro nipotini: tre femmine e un maschio. Sono molto fiera di farmi chiamare nonna”.

E a proposito del suo ruolo di mamma, l’attrice ha aggiunto: “Sono stata una madre ragazzina, sono cresciuta insieme alle mie figlie, che ovviamente hanno fatto le spese della mia inesperienza. I figli hanno bisogno di punti fermi, solidi, io cercavo di essere una brava educatrice, a volte mi inventavo di essere persino severa, ma ero ansiosa, spaventata dal fatto di non riuscire a essere una brava madre. Anche perché col mio mestiere, tra set e tournée, sono sempre stata in giro”.

Parlando dei suoi futuri progetti professionali, Lucrezia Lante della Rovere, che è discendente del papa Giulio II, ha poi raccontato: “Sto lavorando a un progetto curioso: un docufilm su Lucrezia Borgia. Due Lucrezie che hanno in comune, oltre al nome di battesimo, pure la vicenda dei papi. Lei figlia di Alessandro VI che salì al soglio pontificio prima di Giulio II, di cui io sono la discendente. E tra i due non correva buon sangue; al contrario, una forte rivalità. Comunque, per quanto mi riguarda, quando ero bambina sono cresciuta con il complesso del cognome importante, della famiglia aristocratica alle spalle”.

L’attrice ha poi raccontato al quotidiano milanese un episodio in particolare, legato alla madre: “Quella volta che mi beccò a letto con un mio fidanzato, mia mamma mi fece una scenata, poi se ne andò infuriata e scandalizzata. Però era creativa, mi ha insegnato a usare la fantasia per affrontare la vita. Era un’artista”.

Lucrezia Lante della Rovere, ospite a Verissimo a gennaio del 2019, aveva ricordato quell’episodio: “Mia madre aveva preso in affitto una casa in campagna, fuori Roma, e io avevo un fidanzatino che abitava a cinquanta chilometri di distanza, e che veniva a dormire da me. Quando mia madre mi beccò con lui mi sgridò tantissimo, e mi disse che per punizione non avrei fatto il mio vaggio a Natale. Poi, invece, mi disse che avrei dovuto pagarmi la scuola da sola. Io all’epoca frequentavo una scuola americana, la cui retta non era proprio accessibile, ma siccome guadagnavo parecchi soldini mi pagai la scuola da sola”.

E parlando della sua adolescenza e del suo rapporto con la madre, l’attrice aveva raccontato a Silvia Toffanin: “La mia famiglia è stata mia madre. Lei è stata una mamma giovane, mi ha avuto a 25 anni e a 45 è diventata nonna. Eravamo io e lei da sole, perché mio padre era molto assente. Il rapporto tra madre e figlia è un rapporto unico. Siamo state molto unite, entrambe con due caratteri molto forti, e siamo cresciute insieme”.



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