Alessandro Impagnatiello davanti ai giudici: “Non ritengo di essere pazzo, ho voluto convincermene”



Il caso di Alessandro Impagnatiello prosegue con nuove rivelazioni in aula. L’imputato parla delle sue reazioni alla gravidanza di Giulia e del suo stato mentale.



Alle 9.50 di questa mattina, Alessandro Impagnatiello è tornato a parlare in aula, rispondendo alle domande della sua avvocata Samanta Barbaglia. La difensora ha chiesto spiegazioni sulle reazioni dell’imputato alla gravidanza di Giulia e sulle sue confessioni riguardo a una relazione extraconiugale.

“Ci ha detto che il 5 gennaio impedì a Giulia di abortire. Cosa succede dopo dieci giorni, come mai confessa a Giulia di avere un’altra relazione?”, ha chiesto l’avvocata Barbaglia. Impagnatiello ha risposto: “Per me era una costante altalena. Le confessai del tradimento ma fu l’ennesima bugia, perché non entrai nei dettagli. Lo feci perché ero saturo di bugie e menzogne e non ne ero abituato, dovevo come svuotare un vaso troppo pieno. Dovevo liberarmi da qualcosa che mi mangiava dentro”.

Impagnatiello ha continuato: “Nel corso di questi mesi in cui ho lavorato su me stesso, una parte di me si è chiesta perché confessare alla mia compagna incinta un tradimento. Non ho spiegazioni su questo, che sapevo avrebbe portato a un allontanamento. Ho ragionato anche su altri episodi banali, come dare il tablet ad A (l’altra donna), con tanto di pin. Credo fosse l’ennesimo sintomo che stavo impazzendo. Con questo non dico che sono pazzo, ho voluto crederlo in questi mesi per dare un senso a quello che ho fatto, ma non credo di essere pazzo. Ero solo saturo”.

Samanta Barbaglia, prima dell’inizio dell’udienza, ha precisato: “Le consulenze di oggi non servono per definirlo non in grado di intendere e di volere ma a porre l’attenzione sui suoi disturbi di personalità narcisistico e ossessivo. L’altra volta ha detto una cosa importante: avevo bisogno di aiuto ma non sono stato in grado di chiederlo. I rapporti con la famiglia all’inizio erano azzerati perché lui ha sentito il bisogno di non vedere nessuno, ora sono ripresi. Per lui punto di riferimento è il fratello Omar”.

Nell’udienza odierna, infatti, parleranno i consulenti della difesa: gli psicologi e gli psichiatri chiamati a valutare lo stato mentale dell’imputato. Le loro testimonianze potrebbero gettare nuova luce sul comportamento di Impagnatiello e sulle sue azioni durante il periodo in questione.



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