La consorte di Fabio Limido, deceduto mentre proteggeva la figlia dall’ex coniuge: “Manfrinati intendeva anche togliere la vita al figlio.”



Il 2 luglio 2022 ha segnato l’inizio di una fuga disperata per Marta Criscuolo e suo figlio, spinti all’estremo da una minaccia di morte costante. “Mia figlia è fuggita perché temeva per la sua vita; suo ex marito, Marco Manfrinati, minacciava continuamente di ucciderla,” ha dichiarato la madre di Marta. Per proteggerla, la famiglia ha assunto una guardia del corpo e ha acquistato una parrucca bionda, organizzando un piano di fuga per mettere in salvo sia lei che il bambino.



La situazione è precipitata tragicamente la mattina del 6 maggio, quando Marco ha aggredito Marta in via Ciro Menotti a Varese. Fabio Limido, padre di Marta e geologo di 71 anni, è intervenuto eroicamente per proteggere sua figlia, utilizzando il suo corpo come scudo dalle coltellate dell’aggressore. “Mio marito ha sacrificato la sua vita per la sua famiglia; è morto proteggendo sua figlia,” ha raccontato la moglie di Fabio con dolore e ammirazione. La dedizione di un marito e padre è stata l’ultimo atto di un uomo descritto come devoto alla sua famiglia.

Dopo l’assalto, Marco ha mostrato una mancanza totale di rimorso, sfoggiando un atteggiamento sprezzante e crudele. “Rideva mentre chiedeva di mio marito, deridendoci mentre era sotto custodia,” ha aggiunto Marta, visibilmente scossa, durante un’intervista a Pomeriggio Cinque.

Questo tragico evento è il culmine di due anni di persecuzioni e maltrattamenti che Marta ha dovuto sopportare. Oltre all’aggressione fisica, Marco ha ripetutamente vandalizzato la proprietà di Marta, tagliando gli pneumatici della sua auto otto volte e danneggiando altre proprietà. La famiglia viveva in uno stato di costante allerta, proteggendosi con spray al peperoncino e mantenendo precauzioni estreme.

La risposta legale a queste minacce è stata inadeguata, secondo la famiglia. Nonostante le richieste di arresto, le autorità hanno optato per un divieto di avvicinamento, che si è rivelato inefficace. Una perizia psichiatrica ha inoltre sottovalutato la pericolosità di Marco, contribuendo alla sottovalutazione del rischio che rappresentava.

Il caso di Marta Criscuolo sottolinea la necessità urgente di rivedere le misure di protezione per le vittime di violenza domestica. La tragica fine di Fabio Limido e le sofferenze di Marta e suo figlio evidenziano le lacune nel sistema di protezione e la disperata necessità di interventi più decisi e protettivi. Questa storia, oltre a raccontare l’eroismo e la tragedia, invoca un cambiamento sostanziale nelle leggi e nelle politiche per garantire che nessuna altra famiglia debba soffrire una simile perdita o vivere nel terrore.



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