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Francesca Albanese: “A Gaza è un’apocalisse, contro di me un attacco senza precedenti in 80 anni di Onu”



Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, ha descritto la situazione a Gaza come un’apocalisse, sottolineando la gravità della crisi umanitaria che affligge la regione. Durante un’intervista alla trasmissione “In Onda” su La7, ha dichiarato: “Non ho più parole per descrivere l’apocalisse che si è scatenata a Gaza”, evidenziando l’assenza di cibo e acqua per la popolazione. Ha anche denunciato le azioni di ritorsione contro di lei da parte di Israele e degli Stati Uniti, affermando che si tratta di situazioni mai verificatesi in 80 anni di attività dell’Onu.



Albanese ha messo in evidenza che “a Gaza non c’è un esercito israeliano contro un esercito palestinese, è genocidio”. Ha aggiunto che le attuali condizioni sono caratterizzate non solo da bombardamenti, ma anche dalla fame, affermando: “Ormai si persegue la morte non solo a mezzo di bombe ma anche a mezzo di fame”. La relatrice ha denunciato l’assurdità del fatto che lo Stato accusato di genocidio e crimini di guerra sia autorizzato a decidere sulla distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza.

“Finora il pilastro umanitario nelle crisi internazionali non si era mai toccato perché le Nazioni Unite possono assicurare la neutralità negli aiuti”, ha dichiarato Albanese, criticando la sostituzione delle Nazioni Unite con la Gaza Humanitarian Foundation Usa, che ha descritto come una trappola mortale per la popolazione palestinese. La relatrice ha anche parlato delle sanzioni a suo carico per i report sulla situazione a Gaza, affermando: “Quello che succede a me come voce narrante a cui le Nazioni Unite hanno dato mandato di documentare le violazioni di diritto internazionale è qualcosa di mai visto in 80 anni”.

Albanese ha rivelato che è stata inserita in una lista nera insieme a terroristi e criminali internazionali, spiegando che “avere i contatti con me oggi porta all’arresto per un cittadino americano”. Ha aggiunto che anche l’invio di un semplice messaggio di posta elettronica comporta sanzioni penali. “L’obiettivo delle sanzioni è creare il gelo e il vuoto attorno a me”, ha affermato.

Nonostante le difficoltà, Albanese ha continuato a presentare rapporti sulla situazione a Gaza, sostenuta da voci di organizzazioni internazionali come Amnesty International e gruppi israeliani come B’Tselem e Physicians for Human Rights Israel. Ha dichiarato che gli israeliani stanno cercando di costringere i palestinesi a lasciare Gaza, aspettandosi che molti di loro tentino di attraversare il valico di Rafah per cercare rifugio in Egitto. Tuttavia, ha sottolineato che i palestinesi preferiscono morire nella loro terra piuttosto che fuggire.

Albanese ha insistito sul fatto che “parlare di genocidio aiuta a capire perché è necessario fare un passaggio dallo schema ossessivo dell’autodifesa di Israele a quello dell’autodeterminazione del popolo palestinese”. Ha criticato la paura e la paranoia che circondano la questione palestinese, affermando che i palestinesi non sono lì per minacciare gli israeliani, ma per cercare di sopravvivere in un contesto di violenza e oppressione.

La relatrice ha concluso il suo intervento ribadendo la necessità di un cambiamento di paradigma nella comprensione del conflitto, sottolineando l’urgenza di affrontare la crisi umanitaria a Gaza e di garantire il diritto all’esistenza e all’autodeterminazione del popolo palestinese. La sua denuncia si inserisce in un contesto di crescente tensione e conflitto, evidenziando le sfide che la comunità internazionale deve affrontare nel tentativo di risolvere una situazione complessa e drammatica.



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