Il drammatico caso di Lavinia Montebove, investita a soli 16 mesi, tra rinvii processuali e una famiglia che chiede giustizia da anni.
A sette anni dal tragico incidente che ha cambiato per sempre la vita della piccola Lavinia Montebove, la sua famiglia continua a lottare per ottenere giustizia. Lavinia, che oggi ha quasi 8 anni, vive in stato vegetativo a causa di un incidente avvenuto nel parcheggio di un asilo nido a Velletri. La bambina è stata investita da una donna mentre gattonava da sola nel cortile, dopo essere stata lasciata incustodita.
Nonostante la gravità del caso e le condanne già emesse in primo grado, il processo di secondo grado sembra non trovare una conclusione. L’udienza prevista per il prossimo 27 febbraio rischia un ulteriore rinvio a causa di un problema tecnico legato a un “difetto di notifica” nei confronti della principale imputata, la maestra dell’asilo.
Secondo Monica Sansoni, Garante dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Lazio, questa situazione è “inaccettabile”. La lentezza del sistema giudiziario non fa altro che aggiungere ulteriore dolore alla famiglia della bambina. Lavinia, che a soli 16 mesi era una bambina sana e piena di vita, ha oggi una condizione medica estremamente grave: è tetraplegica, ha un deficit neurovisivo gravissimo, è tracheostomizzata e dipende completamente da dispositivi di ventilazione artificiale e alimentazione tramite gastrostomia.
Nel corso degli ultimi sei anni, Lavinia ha affrontato oltre 20 ricoveri, l’ultimo dei quali si è verificato a gennaio presso l’ospedale Bambino Gesù di Palidoro a causa di una grave crisi respiratoria. La sua famiglia vive quotidianamente un calvario, assistendo la bambina con il supporto di infermieri domiciliari.
La Famiglia Chiede Giustizia
Il processo coinvolge due imputate: la maestra dell’asilo, accusata di negligenza per aver lasciato Lavinia senza supervisione, e la donna che l’ha investita nel parcheggio. Tuttavia, il percorso verso una sentenza definitiva è stato costellato da continui rinvii e ostacoli burocratici che hanno esasperato i genitori della piccola.
“Ad oggi c’è una sola vittima in questa drammatica vicenda, ed è Lavinia Montebove”, ha dichiarato Sansoni. “Queste lungaggini processuali non fanno altro che aumentare lo stress e la sofferenza dei familiari, che meritano risposte concrete dopo anni di attesa”.
La storia di Lavinia Montebove è un caso emblematico che mette in luce le lacune del sistema giudiziario italiano e le conseguenze devastanti della negligenza. Mentre la famiglia continua a sperare in una rapida conclusione del processo, il loro unico desiderio rimane quello di vedere riconosciuta la responsabilità per un evento che ha stravolto per sempre le loro vite.
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